Che bello leggere i Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol’ tradotti da Tommaso Landolfi. Il suo tono possiede una tale levità, una nitidezza, un’ariosità, una letizia tragica e una ricchezza simbolica che stupisce.
“Gogol’”, scriveva Landolfi, “rivendica lo spaventoso privilegio della sua disperazione, della sua conscia impotenza, della sua inadattabilità all’assurdo e vuoto mondo degli uomini”.
I Racconti di Pietroburgo, pubblicati dall’autore fra il 1836 e il 1842, hanno come tema comune la città di Pietroburgo e uno stile ironico e grottesco peculiare. Risalgono agli anni tra il 1935 e il 1940 e sono stati scritti da Gogol’ tra il periodo giovanile e Le anime morte, il capolavoro della maturità.
Gogol’ scrive della vita piccolo borghese di artisti, piccoli funzionari e artigiani tra vizi e povertà.
Colpisce l’intrusione del fantastico, del magico e della pazzia. Colpiscono tutte quelle indistinte sensazioni, con la loro qualità sensuale o tattile, che si insediano nella mente leggendolo.
Tommaso Landolfi è annoverato tra i grandi scrittori del Novecento italiano. Laureato a Firenze in Lingua e Letteratura russa con una tesi su Anna Achmatova, è stato anche un grande traduttore dal russo, dal francese e dal tedesco, ma anche profondo conoscitore delle letterature di queste lingue. Ha tradotto Puskin, Turgenev, Dostoevskij, Tolstoj, Cechov, Lermontov, Tjutcev e Leskov.
La Prospettiva è il luogo di convegno di tutta Pietroburgo. L’abitante della Vecchia Pietroburgo, o dei quartiere di Vyborg, che non abbia veduto da tanti anni un amico dei Peski o della Barriera Moscovita, può esser sicuro che l’incontrerà qui… Nessun annuario d’indirizzi o posto d’informazioni fornisce notizie tanto sicure quanto la Prospettiva. Onnipotente Prospettiva! Unica distrazione del povero che va a spasso per Pietroburgo! Come sono accuratameiite scopati i suoi marciapiedi e, Dio, quanti piedi ci hanno lasciate le loro orme! Il rozzo, fangoso stivale del soldato in ritiro, sotto il cui peso il granito stesso par gemere, la scarpetta in miniatura, leggera come un vapore, d’una giovane dama che volge la sua testina alle brillanti vetrine d’un negozio come il girasole si volge al sole, la tintinnante sciabola del tenentino pieno di speranze, che graffia profondamente il selciato, ogni cosa rimpasta in quella strada la potenza della forza o la potenza della debolezza. Che rapida fantasmagoria vi si compie nel corso d’una sola giornata! Quanti cambiamenti subisce la Prospettiva nel corso di sole ventiquattro ore!
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Nikolaj Gogol’, Racconti di Pietroburgo, traduzione di Tommaso Landolfi, gli Adelphi, 2013.