ritrovata la strada di casa senza l'aiuto delle mollichine di pane,la nostra rincoglion...emh, eroina si appresta a dar sazio alle fauci cerberine nell'attesa di passare sotto le mani del parrucchiere.
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Preso il caffè e fattesi le ore X siam dunque giunte al cospetto di sua maestà le coiffeur. E il mio sesto senso di ragno ha iniziato a vibrare.
Avete presente il classico stereotipo di Milanese Imbruttito? Fighettino, che ti guarda dall'alto in basso se non rientri nei canoni da lui impostati ecc ecc? Ecco, era lui. Capelli radi e tinti di biondo, fisico "scolpito" e labbro a canotto gonfiato di recente con del silicone Saratoga. Completo nero per nascondere le maniglie dell'amore e crocs ai piedi.
Parrucchiere:<<Ma salve! Ma come la va? Ohh ma che bella che l'è oggi con questa maglietta! Perciò a chi devo fare l'acconciatura più bella di tutto il matrimonio?>>
PZ:<<Sia a me che a lei!>>
In quel preciso momento in cui il meraviglioso acconciatore ha visto il mio scalpo ho letto l'ODIO nei suoi occhi. Ma forse, non era solo per la lunga e fluente chioma, quanto per i jeans strappati, la camicia di Terranova (che per lui, mi sa, è al pari dei cinesi) e le Converse non originali. Oltre al fatto che non fossi truccata, è ovvio.
Par:<<L'è la parente del Sud?>>
PZ:<<Sì sì.>>
Par:<<Beh, purtroppo oggi abbiamo carenza di personale quindi mi sa che dovrò fare tutto io. Da chi iniziamo?>>
PZ:<<Direi di iniziare proprio dalla mia parente.>>
Par:<<Ok....allora siediti là.>>
Quel sorrisino a 360 gradi con la dentiera sbiancata con il cancellino era di colpo sparito. Il suo viso, privo di rughe e pieno di abbronzante, era diventato arcigno e cupo. Il tutto solo perchè "non sono abbastanza figa".
Ora, non so com'è dalle vostre parti ma qui, nel momento stesso in cui ci si siede nella postazione shampoo, tra il cliente e il parrucchiere si iniziano ad instaurare quei minimi rapporti di cordialità che fan si che le ore successive non siano cariche di silenzio ed imbarazzo. Almeno, questo si fa qui.
Con il figherrimo parrucchiere il silenzio si tagliava con le forbici seghettate. Fino a quando...
Io:<<AHI!!!>>
PZ:<<Cos'è successo?>>
Parr:<<Ma niente cara, senza volerlo ho infilato un dito nell'occhio della tua parente mentre le facevo lo shampoo...>>
PZ:<<Ti sei fatta male?>>
Io:<<No, tranquilli, non l'ha fatto intenzionalmente...>>
Di giusto cosa avrebbe dovuto dirmi? "Scusami, non volevo"...di giusto. Peccato però che in realtà abbia continuato a lavarmi i capelli (se torcermi le cervicali si può chiamare così) come se nulla fosse. Finita questa tortura, con il suo charme e la sua gentilezza nei miei riguardi, m'ha fatta accomodare alla poltroncina posta di fronte lo specchio e qui, finalmente, m'ha rivolto la parola. Parr:<<Uff. Avete troppi capelli voi meridionali. E poi da quand'è che non le tagli queste liane?>>
Io:<<Veramente li ho tagliati una settimana fa, eliminando dieci centimetri di punte. E poi cosa vuole che le dica, al Sud l'aria e il cibo sono buoni quindi è difficile che i capelli si indeboliscano e cadano.>>
A queste parole lo stempiatissimo "artista del bulbo" s'è sentito talmente tanto punto nell'orgoglio che ha preso una pila di riviste e me le ha letteralmente buttate sulle ginocchia, consigliandomi "amorevolmente" di scegliere un'acconciatura fattibile in quella giungla di capelli mossi tendenti al riccio.
<<Guardi, sinceramente so già come li voglio. Il più semplice possibile, magari accentuando il mosso- riccio.>>
Parr:<<Tu non hai capelli che possano reggere un ricciolo.
i capelli che furono
Io:<<Senta, secondo me si può fare. Mal che vada con il ferro...>>Parr:<<Ok, ok. Allora aspetta.>>
Presa che fu la spazzola rotonda, con un colpo secco l'ha avvolta attorno ad una ciocca ancora bagnata e l'ha conficcata, verticalmente, sul mio scalpo. Uno, due secondi, e via, tiro deciso per far "uscire un boccolo".
A niente son servite le lacrime uscitemi dal dolore di quello strattone. Altra ciocca, altro strattone. Ciocca, strattone, ciocca strattone....fino a quando uno di essi non fu più deciso del solito. E la spazzola non volle saperne di venir via.
Parr:<<Porca Eva! Mi sa che qui s'è fatto il nodo! Ma tu non ti pettini mai?>>Io:<<Sì che mi pettino. Anzi, IO lo faccio sempre dopo lo shampoo.>>
Parr:<<Seh, seh...mi sa che qui devo tagliarti tutto.>>
<<EH NO!>>
Parr:<<Ma s'è fatto il nodo!>>
<<Non mi interessa!>>
PZ:<<Dai, magari si riesce a sciogliere...>>
Il mago del pelo, già snervato difronte a cotanta cotonata di capelli, si inalberò ulteriormente al pensiero di doversi metter a sciogliere quel nodo gordiano che lui stesso aveva creato. Perciò, con la scusa della difficoltà, non ha certo esitato dal farmi male tirando a più non posso ciò che poteva. Per fortuna, quasi come se i miei capelli avessero capito la gravità della situazione, la matassa fu sbrogliata in pochi secondi e il "trattamento di bellezza" poté continuare. Uno spruzzino contenente chissà cosa di puzzolente, e un ferro rovente fecero il resto secondo il "modesto parere" del "bravissimo" acconciatore. Una spruzzata lì, un colpo di ferro bollente direttamente sul capello bagnato.
<<Guardi che sta uscendo FUMO dai capelli!>>
Parr:<<E' normale. Hai mai fatto uso di questa tecnologia te?>>
<<AHI! M'HA BRUCIATO IL CUOIO CAPELLUTO!!>>
Parr:<<Eh la madonna, come sei sensibile! Mica brucia!>>
Finalmente, dopo più di un'ora, quel calvario era finito. E l'acconciatura non era niente di eccezionale.
Parr:<<Non credo dureranno dato che i tuoi capelli non sono adatti per il riccio.>>
PZ:<<Dai, mi piacciono! E ora vai che il tuo ragazzo ti aspetta! Fagli vedere come sei bella.>>
A queste parole son letteralmente scappata via salutando a stento la parente che, amorevolmente, m'ha regalato cotanta tortura.I miei capelli tanto amati avevan subito di tutto. Bruciature, strattoni, prodotti puzzolenti spruzzati su di essi...di tutto. Mi veniva da piangere. F:<<Non ci pensare! Anzi, visto che abbiamo due orette libere che ne pensi di andare a vedere qualcos'altro?>>
<<Ma il tempo è brutto, se piove si rovinano i capelli.>>
F:<<E ci portiamo l'ombrello.>>
Sapete dove m'ha portata? In un posto in cui, uscendo dalla metro, si vede subito l'edificio alla vostra sinistra.
E, ovviamente, ha iniziato a piovere appena arrivati.
F:<<Dai, ti faccio una foto con lo sfondo del Duomo e poi vediamo se si può entrare!>>
<<Oddio, guarda quello!! E guarda quell'altro!>>
(indicando prima un barbone alcolizzato che entrava ed usciva il suo "batacchio" parlando con chissà chi e, successivamente, un uomo con il fisico da giocatore di rugby e un bellissimo vestitino con minigonna e fiorellini)
F:<<AMORE, ma solo tu, tra tutte le persone presenti, noti gli ubriachi e i pazzi?>>
<<Ma qui è pieno!>>
Difronte la porta principale, com'è giusto che sia, due militari stazionavano e controllavano il via vai di turisti. Così, passando vicino a loro...
Soldato1:<<Marò, compà! Avessi un'euro per ogni turista!>>
Soldato2:<<We, ma ti pare che a casa nostra non ne vengono di più? E' perchè la Regione si mangia i soldi...>>
I due militari posti all'ingresso del Duomo di Milano erano due NAPOLETANI! Il mio cuore, ancora ferito dal parrucchiere polentone, si riempì di gioia!
<<Amore sono compaesani!>>
F:<<Ma son campani,mica siciliani!>>
<<Non mi interessa! Son del sud io li abbraccio!>>
F:<<Ferma o ti sparano!>>
DENTRO IL DUOMO:
Entrati finalmente all'interno di una delle chiese più famose d'Italia, siam stati accolti da un silenzio carico di storia, credo, arte, bisbigli in diverse lingue e un'hostess del banco informazioni che, notata la mia reflex, ha esordito sorridente con
<<Good morning! Welcome to Duomo! To be able taking photo you...>>
Io:<<Guardi, siamo italiani...>>
Hostess:<<Bene, allora se vuoi fare una foto devi pagare due euro per il braccialetto riconoscitivo altrimenti è vietato scattarle.>>
Tombola; un'altra Milanese imbruttita.
Pagati questi due euro per "adottare la guglia", ho sfruttato la situazione per scattare talmente tante foto da poter ricostruire l'interno del Duomo in ogni suo anfratto.
Tutte le opere esposte, tutti i sacrari, le vetrate...tutto ciò che potevo toccare, vedere e fotografare è stato immortalato, comprese le impalcature per i lavori in corso.
In tutto questo, il mio amato fidanzato-architetto m'ha ovviamente lasciata in balia del mio alterego da giapponese in vacanza per ammirare con sommo amore l'architettura che lo inebriava.
F:<<Amore, fotografa lì!>>
<<Subito! >>F:<<Amore guarda che meraviglia da questa angolazione!>>
<<Ma l'ho già scattata!>>
F:<<E rifalla!>>
Un'infinità di foto nel giro di venti minuti.
Talmente tante foto che non posso caricarle tutte in questo post.
Alla fine, terminato il giro e l'indice con cui cliccare il tasto, siam usciti dal Duomo più sereni e felici per l'arte che c'ha circondati.
F:<<Come va, non ci pensi più ai capelli?>>
<<Lo sai che chiedendomelo hai riaperto la ferita?>>
F:<<Esagerata! Allora cosa posso fare per farmi perdonare?>>
<<Mmmhh...potresti portarmi a fare shopping alla Galleria!>>
F:<<Emh...oltre a ciò?>>
<<Niente dai, in caso tornati a casa mi fai un massaggio.>>
F:<<Allora dai, rientriamo...però non dimenticare di fotografare la cosa più importante!>>
Vero! Dov'è la Madunin?>>
F:<<Sei diventata milanese?>>
<<No...a meno che il parrucchiere non m'abbia spruzzato un composto che mi tramuti in una come lui!>>
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Nella prossima puntata:
Il grande giorno è arrivato! Cosa succederà? Che vestito indosserà? I capelli puzzeranno ancora?
Rimanete oh mie belle madunine!