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Una torta per qualcosa di speciale con controcanto di ribes

Da Pamirilla
    Una torta per qualcosa di speciale con controcanto di ribes

C’è una gran confusione qui in torno. Libri affastellati, schizzi e disegni, appunti sparsi un po’ ovunque e ….oh, gli occhiali che avevo cercato ovunque!
I giorno scorsi sono stati tutti piuttosto affollati, faticosi. Mille pensieri e molto da fare.
C’è un pensiero che, come una zanzara, lo scaccio e torna. Non è niente, è una sciocchezza mi dico. Ma lui torna e ronza. Da poco è nato un nuovo blog, ha il nome del mio solo che le parole sono invertite. Chi è blogger forse mi capisce gli altri di sicuro no, inutile spendere parole. Ma la verità è che ho un sapore triste in bocca, verserei giusto tre quattro lacrime amare e basta.
Mi dico che è una sciocchezza, mi strillo “Ma chi ti credi di essere , la detentrice del Nome per Blog più figo del mondo??!!” . No, ma….. ma ho la sensazione che da ora il Mio Mondo è meno mio, come fosse stato manomesso. Sarà niente ma in questo Piccolo Mondo che è mio io ci vivo dentro.

Mi distraggo aprendo finalmente il libro di Fabio Campoli arrivato da qualche giorno e che ancora non avevo avuto il tempo di liberare dal cellophane.
Sfoglio per rilassarmi e già alla prima pagina….no alla prima pagina non ci arrivo perché sulla quarta di copertina ho un collasso. Riporto fedele le prime righe: “Cucinare è un po’ come suonare…gli ingredienti sono simili alle note, mentre i sapori assomigliano ai suoni, accostati nell’esecuzione di una ricetta……..”.
In copertina c’è uno spartito che suona note fatte con cibo vario ma ovviamente tondo e ogni ricetta è abbinata al suo brano di musica.
E…..io che cucino e…. la musica, sempre ……. mi muovo sulle note…….e creo…credevo……. no, non di essere unica ma……..oh.
“Vabbè, ma lui mica ce l’ha un musicista tutto per sè, come me!!” mi dico e penso anche che i suoi vicini di casa saranno molto più felici dei miei che devono sorbirsi sempre la stessa musica e si riprendono solo quando gli faccio assaggiare i dolci di prova.

Allora formulo due ipotesi
Prima ipotesi: quando Dio ha fatto le IDEE e le FANTASIE, vuoi per il poco tempo a disposizione, vuoi perché è davvero una delle cose più difficili e faticose da fare, ne ha tirate giù un po’, un numero tanto per cominciare….poi la cosa è rimasta lì ed ecco che ora ci dobbiamo arrangiare con quel che c’è, girarci tra noi sempre quelle là.
Seconda ipotesi: Dio non centra niente. Il mio è un Piccolo Mondo che sta dentro ad un Mondo Grande….qualunque cosa questo voglia dire.
Io sto, con il mio Piccolo Mondo, esattamente nel mezzo tra una nuova blogger che ha meno della metà dei miei anni ed uno dei cuochi più famosi d’Italia. In un mondo medio piccolo, praticamente.

Ok, cosa fate voi quando vi gira una zanzara intorno? Esatto: la si spiaccica sul muro, poi si impreca un po’ per aver sporcato il muro e ci si allontana da lì con il ghigno di chi ha fatto quello che andava fatto.
E dunque NON accendo la musica e vado i cucina. Oggi la musica sono io, il dolce lo invento mentre prendo bilancia e pentolini, voglio sapere che sapore ho e che musica sono.
La base c’è l’ho già (è nel post precedente). Partire da una base d’Amore mi sembra una buona idea. Magari non del tutto originale, in ogni caso una buona, ottima idea.    
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Ho ritagliato il dolce a forma di cuore e ne ho ricavati 6 da 10cm. Li taglio longitudinalmente.
Questa pasta è soda e compatta, un poco di croccante è dovuto alla granella di nocciole. Le superfici sono lisce e si presterebbero bene ad una glassa al cioccolato lucida e perfetta. Cioccolato-nocciole, connubio ideale. Non utilizzo bagna perché il biscotto mi piace così, la presenza di burro lo ha reso della giusta morbidezza. Allora la farcia…….
Si inventa davvero qualcosa in cucina….o ci stiamo a rigirare sempre le stesse carabattole?
La farcia……..creme: un po’ più di questo, un po’ meno di quello, aromi …..le solite cose.
Ha senso tanto accapigliarsi sulle ricette: “E’ mia!”, “No e mia!”, “ Mi hai copiato!”….…mi chiedo……..
Ci sono preparazione di base e valgono per tutti: piccole blogger, grandi Pasticceri Internazionali e pasticcere di medio piccolo livello. Sono l’alfabeto, radici e fondamenta. Un pizzico di aroma basta per accampare diritti su un’ ” invenzione” nuova”?
Forse in cucina, oggi, c’è un po’ di genio e molto, molto marketing. E spesso una certa presunzione.

Crema al burro

100g di burro di ottima qualità
1 tuorlo
100g di zucchero
100g di acqua
½ tappo di rum


Non so di chi sia questa ricetta, è di tutti, l’avranno inventata un milione di anni fa, credo.
Potete cambiare un grammo qui e due là e dire che è vostra.
Oppure essere parte di un Mondo più Grande.
Qualunque cosa questo voglia dire.

Preparazione
Metto acqua e zucchero sul fuoco e quando lo sciroppo ha raggiunto i 120° lo verso a filo sul tuorlo montato. Un tuorlo vi sembrerà poco ma con questa tecnica il volume aumenta di cinque volte.
Montate con la frusta elettrica finché il composto si è raffreddato poi unite il rum e d il burro ammorbidito.
La crema deve essere omogenea e soffice.

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Ne spalmo uno strato ci circa 1mm o poco più, ma senza esagerare, sulla metà interna di ogni cuore. Sopra metto un cucchiaio di confettura di ribes, spalmo uniformemente e richiudo con l’altra metà del cuore.
   
Poi con una spatolina velo i lati ed la parte superiore di ogni cuore con la crema di burro, per renderlo liscio ed eliminare le imperfezioni. Così la glassa sarà facile da stendere e verrà perfetta.
Faccio solidificare in frigorifero e preparo la glassa.

Glassa al cioccolato

100g di cioccolato fondente 72%
100g di burro
10g di olio d’oliva


Non si può inventare neanche la glassa al cioccolato, solo scegliere tra le varianti esistenti quella che si preferisce.
Si può mettere meno burro o più burro. Acqua o panna. Per rendere la glassa lucida si utilizza il miele (ma cambia sapore) o il glucosio (insapore) oppure un po’ d’olio, come ho deciso di fare questa volta.
Questa versione è meno comune di altre ma il risultato è eccellente, garantisco.
Fondo cioccolato e burro, unisco l’olio e frullo tutto per qualche minuto, a bassa velocità per non incorporare aria.
Quindi glasso i miei cuori, decoro con scaglie di mandorle e ribes caramellati et voilà.       IMG_1868

È mia questa ricetta?
Direi di si. La base l’ho fatta pensando e senza pensare, ho fatto un dolce per l’uomo che amo e per il nostro amore. Forse è una ricetta che esiste già da qualche parte. Io, in fede, non mi sono ispirata a nessuno in particolare se non alla mia vita.
Ma nello stesso tempo non ho inventato niente di nuovo, sapete com’è: la vita…..noi che siamo così diversi e tutti così simili. In un Mondo molto Grande.
Ho scelto questa crema di burro perché è vellutatissima e delicata ed ho scelto di mettere il ribes: una nota aspra, acida. Ma non una nota stonata, semmai un controcanto o un contrasto.
Nella glassa non ho corretto l’amaro del cioccolato fondente con lo zucchero.

Così, se deste una colpo di cucchiaio per provare, sentireste al morso la resistenza corposa della pasta alle nocciole, le nocciole croccano tra i denti e subita arriva qualcosa di aspro che forse sciocca e disorienta ma presto si dissolve nel velluto e nella grazia della crema al burro.
Retrogusto di cacao e poi, ecco arriva: il cioccolato vero. La glassa si scioglie in bocca per ultima e scaccia via tutti: il dolce e l’amaro, l’aspro ed inutili risentimenti, il dolce e la paura della mediocrità, le nocciole e la tentazioni subdole della vanità. Resta l’amore, resta una vita da vivere.
Perché il cioccolato appartiene ad un Mondo molto Grande, un mondo dove non si è soli.
Qualunque cosa voglia dire.  

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