~ ♪ Lemon tree - Fool's garden ♪ ~
Una torta
fresca, che profuma di ananas e limone da preparare per la festa della
donna, dedicata a tutte le donne vegan, ma che sarà sicuramente apprezzata anche da chi vegan non lo è!
La donna uscì dalla costola
dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere
superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta,
accanto al cuore per essere amata.
- William Shakespeare-
Torta vegan all'ananas e limone
Ingredienti per una tortina:
- 150
g di farina 00
- 50
g di fecola di patate
- ½
bustina di lievito per dolci
- Vaniglia
- 70
g di zucchero
- 50
g di olio di riso
- 95
g di acqua
- Una tazzina di limoncello
- Scorza
grattugiata di due limoni piccoli (o 1 grande)
Con una frusta sbattere lo zucchero
con l'olio e il limoncello, la vaniglia e la scorza grattugiata, aggiungere poco per volta la
farina, il lievito e la fecola setacciati insieme alternandoli all'acqua.
Continuare a mescolare e, quando il composto sarà omogeneo riempire uno stampo piccolo rotondo e infornare nel forno caldo
a 180° per 40 minuti circa (fate la prova stecchino!).
Ingredienti per la crema all'acqua e limoncello:
- 400
ml di acqua
- 85 g di zucchero
- 28 g di farina
- 25 g di fecola di patate
- Scorza
grattugiata di un limone
- Una tazzina di limoncello
- Vaniglia
Mettere
in un pentolino la farina e la fecola setacciate insieme, la vaniglia, lo
zucchero e la scorza di limone. Aggiungere a filo l'acqua e il limoncello, sempre mescolando.
Far cuocere a fiamma bassa, mescolando finchè la crema si addenserà. Non far
cuocere troppo per evitare che la crema diventi troppo dura raffreddandosi.
Per la bagna:
- Due tazzine di limoncello
- Due bicchieri d'acqua
- Un cucchiaio di zucchero
In un pentolino far andare a fuoco vivo l'acqua, lo zucchero e il limoncello per qualche minuto. Far raffreddare.
Per completare:
- Un ananas e mezzo
- Zucchero a velo q.b.
Con uno scavino piccolo ricavare tante palline dall'ananas. Tagliare a metà la torta, bagnare la parte inferiore con la bagna e spalmare uno strato di crema, bagnare anche l'altra metà di torta, sovrapporla all'altra e coprire i bordi verticali e la parte superiore della torta con la restante crema e disporre le palline sull'intera superficie della torta. Spolverizare con zucchero a velo.
Lo sapevate che la giornata internazionale della donna...
... (comunemente definita festa
della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste
sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le
violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo? Negli Stati Uniti la prima
e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909. In alcuni
paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della
donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato
internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra
Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, « il 19 marzo 1848,
durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere
la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria.
Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il
riconoscimento del diritto di voto alle donne ». In Francia la
manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale
della Comune di Parigi, così come a Vienna, dove alcune manifestanti portarono
con sé delle bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i caduti di
quell'insurrezione. La manifestazione non fu però ripetuta tutti gli anni, né
celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San
Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico,
con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla
polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione
del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una
« settimana rossa » di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi,
mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito
socialista a Parigi il 9 marzo 1914. Le celebrazioni furono interrotte dalla
prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo,
l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore
in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che
rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a
reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che
portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche
dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella
storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo
motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno
1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca
una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale
comunista, fissò all'8 marzo la « Giornata internazionale
dell'operaia ». In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta
per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista
d'Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai
fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna,
che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente,
che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale
aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello
zarismo. La connotazione fortemente politica della Giornata della donna,
l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le
vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria
storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra,
cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo
avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente
fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo
probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella
città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale
morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa.
Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta
manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857,
mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a
Boston o a New York. Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe
tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di
queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che
nella propaganda delle organizzazioni sindacali. Nel settembre del 1944, si
creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti
al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia
del Lavoro e fu l'UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la
prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra
veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste
di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu
celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la
mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di
Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei. Nei primi anni cinquanta,
anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la
mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI),
divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto
per strada diveniva « occupazione abusiva di suolo pubblico ». Nel
1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana
Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata
della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto. Con gli anni
settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista. L'8
marzo 1972 la manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in
piazza Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice statunitense Jane Fonda,
che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia
era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne
manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»:
«Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio =
prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva
che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di
amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono
intollerabili, così che la polizia caricò, manganellò e disperse le
manifestanti. Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle
Donne" dalle Nazioni Unite e l'8 marzo le organizzazioni femminili
celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna,
con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la
necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza
fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da
quell'anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell'8 marzo la giornata dedicata
alla donna. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'Assemblea generale delle
Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una « giornata delle
Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale » da
osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell'anno, in accordo con
le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione,
l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe
l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una
piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del
loro paese.
fonte: Wikipedia