Magazine Diario personale
.... un’altra ipotesi che si mormora in paese. Tremenda e incredibile: a Gente la riporta Immacolata Giuliani, criminologa dell’associazione “Per Roberta” e autrice con Fabrizio Mignacca del libro "Con gli occhi della vittima". «I poveri resti potrebbero non essere mai più trovati perché Roberta potrebbe essere stata cremata dopo il delitto», Un’ipotesi choc sulla quale gli inquirenti non si sono espressi. Il camposanto di Orzignano era già comparso in questa storiaccia. Logli disse di esserci andato il giorno dopo la scomparsa della moglie: «Cercavo Roberta, pensavo fosse lì a piangere sulla tomba della madre». Continua la criminologa: «L’uomo lasciò l’auto nel piazzale interno e tornò a casa con un amico, proprio il giorno in cui arrivarono i cani per cercare tracce ematiche di Roberta. In quanto dipendente di una cooperativa che fa servizi comunali anche per il cimitero, Logli ha le chiavi del cimitero». Una teoria terrificante, quella della cremazione del cadavere, che spiegherebbe perché finora le ricerche non hanno avuto esito,....
Quel che invece si può dire con certezza è che la famiglia Logli è particolarmente tormentata. Si racconta di Valdemaro, il suocero di Roberta, e di come fu suo malgrado protagonista dell’incidente che costò la vita a suo fratello, oltre 50 anni fa: viaggiavano su un camion, il portellone dal lato del fratello si apri di colpo e lui fu sbalzato in strada. Dopo le indagini di rito, però Valdemaro fu prosciolto da ogni accusa. Una quindicina danni fa, invece, la tragedia toccò a Giovanni, dentista, fratello minore di Antonio. Innamoratissimo di una giovane calabrese dì umili origini, aspettava da lei un figlio. Si dice che, in seguito a una violenta lite in famiglia, la ragazza si tolse la vita avvelenandosi. C’è una “maledizione” insomma che sembra pendere sulla lesta degli uomini di casa Logli, così uniti da condividere da sempre anche l’abitazione. Almeno finora: Giovanni, che ha espresso più volte in privato il massimo sostegno a chi sta cercando Roberta, starebbe traslocando. Per la prima volta, in disaccordo con il fratello Antonio.
I processi si fanno con le prove e non con le chiacchiere. Che il marito di Roberta Ragusa avesse lasciato l'auto nel piazzale del cimitero, il giorno dopo la sua scomparsa, dicendo che aveva un guasto, è un fatto. Che l'abbia fatto mentre a casa sua era arrivata la Polizia anche con i cani, fu scritto e detto a suo tempo dai mezzi di comunicazione... Ma perché la Polizia non si recò sul luogo dove lui aveva lasciato l'auto, a detta sua, in panne? Questo è gravissimo. E sono queste mancanze gravissime che non consentono di raccogliere le giuste prove per avviare i processi. Ho pubblicato tempo fa un post in cui riportavo la smentita del legale del fratello dell'indagato su una notizia pubblicata sui media: avevano scritto che l'abitazione del dentista, (non odontotecnico, giacché ad una odierna ricerca risulta nell'Albo Nazionale dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri), sottostante a quella dove viveva Roberta Ragusa, era stata perquisita. Il legale smentiva categoricamente tale fatto. Riporto qui il mio commento del 28 febbraio 2013:
Debbo dire che sono anche stupita che le forze dell'ordine NON abbiano perquisito l'abitazione sottostante a quella di Roberta: prima di tutto perché in una situazione del genere non bisogna lasciare nulla di intentato e nulla al caso. Anche se loro non c'erano nessuno può escludere che, in modo sconosciuto agli inquirenti, qualcuno non abbia avuto accesso a quei locali a loro insaputa.
Ecco un altro errore nelle indagini.
Giacché, in assenza del fratello che era fuori per il fine settimana con la famiglia, come potevano escludere che il cadavere della Roberta non fosse stato momentaneamente occultato proprio lì?
Potevano negare di averne le chiavi, ma non era certo strano ipotizzare che i genitori ne potessero avere un mazzo, anche per comodità del figlio stesso, per qualsiasi necessità.
Una famiglia tutta concentrata lì... In edifici costruiti dal Valdemaro...
Le auto sono state esaminate un mese dopo, almeno...
Indagini condotte in modo sciatto e stupido: non abilità degli assassini.
Come ho scritto e documentato ci sono stati casi di condanna anche senza il ritrovamento del corpo. Dunque questo fa giurisprudenza. Ma se l'agire degli inquirenti è sciocco e lacunoso... è ovvio che favorisce gli assassini.
Il movente c'è. Gli inquirenti non sono stati capaci di raccogliere le prove.
Gli assassini così si sentono molto bravi e molto furbi.
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