Prima di arrivare a parlare delle 2 attrazioni principali di Kanchanaburi (il ponte e le cascate) e dopo avervi già sconsigliato in modo spero convincente la visita al Tempio delle Tigri (Tiger Temple) o Wat Pa Luang Ta Bu e suggerito un ristorante (il Keeree Tara Restaurant), credo sia doveroso mettervi in guardia su un'altra attrazione piuttosto popolare a Kanchanaburi ma che secondo me, soprattutto se avete poco tempo, potete tranquillamente evitare. E per una volta mi trovo perfino d'accordo con la maggior parte delle recensioni che ci sono su Tripadvisor!
In sintesi: il War Museum at the Bridge e uno dei 2 JEATH War Museum esistenti a Kanchanaburi sono tutto ciò che nel nostro immaginario non può essere catalogato sotto la dicitura " museo "! Sporco, maltenuto, con informazioni incomplete, privo di un percorso logico e ben indicato, con cimeli mal esposti e abbondonati a se stessi. Devo aggiungere altro? Beh, aggiungo solo che io l'ho visto e già che c'ero ho ovviamente cercato di trarre il massimo dalla visita.
In effetti questo museo avrebbe tutte le potenzialità per essere un ottimo punto di partenza per capire la storia che c'è dietro alla notorietà di Kanchanaburi. Lo storico film del 1957 "Il ponte sul fiume Kwai" (titolo originale The Bridge on the River Kwai - che Fabrizio Vagabondo del Dharma mi ha rivelato essere stato in realtà girato in Sri Lanka e non in Thailandia) ha ovviamente delle solide basi storiche ma è comunque una rivisitazione cinematografica di quella fetta di storia della II Guerra Mondiale che ha sfiorato il Regno di Siam.
Per poter cogliere davvero l'importanza delle informazioni raccolte in questo labirinto di stanze e spazi all'aperto maltenuti è importante avere tempo e pazienza. Solo così sarà possibile estrapolare quanto di interessante conserva. E non si deve neanche essere allergici alla polvere che qui non manca di certo. Molte sezioni sono prive di didascalie che spieghino la storia della ferrovia e delle immagini esposte. Un riassunto della storia rappresentata può essere presa da un testo ufficiale [cit. Commonwealth War Graves Commission: Kanchanaburi War Cemetery] "... la famosa ferrovia Birmania-Thailandia, venne costruita da prigionieri di guerra del Commonwealth, olandesi e americani e fu un progetto giapponese guidato dalla essenzialmente dalla necessità di migliorare le comunicazioni a sostegno dell'esercito nipponico in Birmania. Durante la sua costruzione, morirono oltre 13.000 prigionieri di guerra e i loro corpi vennero sepolti lungo la ferrovia. Si stima inoltre che fra gli 80.000 e i 100.000 civili morirono nel corso della realizzazione del progetto, principalmente manodopera forzata deportata dalla Malesia e dalle Indie orientali olandesi, o arruolati in Thailandia e in Birmania. Due forze lavoro, una con base in Thailandia e l'altra in Birmania, lavorarono partendo dalle estremità opposte della linea verso il centro.".
Una delle informazioni che non conoscevo e che viene invece riportata proprio in questo museo riguarda il motivo per cui venne scelto proprio questo punto per il passaggio della ferrovia: qui i giapponesi avevano delle connessioni con la gente del posto, grazie a 2 commercianti che dall'Impero del Sol Levante erano qui giunti anni prima del conflitto attratti dalla possibilità di acquistare seta dalla vicina Birmania a prezzi molto convenienti. Qui i 2 giapponesi conobbero e sposarono 2 tailandesi e si stabilirono stanzialmente proprio nella provincia di Kanchanaburi. Con l'inizio del conflitto mondiale alla seta sostituirono braccia e consulenza all'esercito giapponese.
Anche se l'ingresso costa solo 40 baht a persona, un minimo di manutenzione e cura non guasterebbe! Ad ogni passo si ha l'impressione di essere i primi a mettere piede in queste stanze da decenni. Poi, all'improvviso, si arriva al "museo dei roverbi tailandesi" o dentro una stanza che vanta il nome di "museo delle pietre preziose". Insomma, il museo delle accozzaglie dove vecchi pacchetti di sigarette, bottiglie vuote, vestiti d'epoca e teschi di bufali sono messi in bella mostra senza un nesso o un perché a cui si possa dare una spiegazione logica!
E questo qui sotto lo riconoscete?
Benito Mussolini ma non venitemi a dire che l'avevate riconosciuto senza leggere il nome sopra la statua. Irriconoscibile nei tratti e nella descrizione, messo lì solo per dare una collocazione storica all'Italia nelle vicende della II Guerra Mondiale.
Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra, talvolta vediamo la vita nell'aria. E la chiamiamo polvere.Stefano Benni