Una vita come le altre di Alan Bennett, pubblicato da Adelphi, è un libro che mi ha fatto ridere, commuovere e riflettere. Ed era davvero tanto che non mi succedeva.
Inizia con una domanda posta da un’assistente sociale “Ci sono stati altri casi di malattia mentale nella vostra famiglia?” e termina con i quattro funerali e i tre matrimoni di una comune famiglia inglese in un triste sobborgo di Leeds. E sì, ci sono stati altri casi in famiglia, ma l’autore non lo aveva mai saputo.
Racconta della malattia e di come questa influenzi, attraverso il dolore, l’impotenza, la rabbia, la frustrazione, i famigliari del malato.
Lo racconta con una lucidità a tratti struggente, ma senza mai cadere nella retorica, anzi con un umorismo sotteso che è “strumento di interpretazione insostituibile, col quale ci si può destreggiare anche fra le tragedie della vita.”
E’ bello, ben scritto, ho voluto bene ad ognuno dei componenti della famiglia Bennet, perchè è anche un po’ la mia e, forse, quella di tanti.
Lo consiglio a tutti