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Una vita umile – Aleksandr Sokurov

Creato il 28 ottobre 2011 da Maxscorda @MaxScorda

28 ottobre 2011 di Lascia un commento

Una vita umile
La vita offre strani incontri, meravigliosi quando giungono nel momento in cui se ne ha piu’ bisogno, quando vivere e’ avere innanzi un muro grigio, impenetrabile agli sguardi e ai movimenti.
In cosa ci siamo evoluti, dove siamo arrivati e cosa abbiamo perduto lungo il cammino. E’ quel rumore sordo che ci segue anche laddove dovremmo sentirci protetti, e’ il camminare per strade conosciute eppure essere alieni ai propri passi. In futuro vivremo migliaia di anni ma in quale modo, a quale prezzo se anche oggi non e’ possibile fermarsi.
Abbiamo ucciso Dio per sostituirci ad Esso ma e’ illusione, una menzogna inconfessabile persino a noi stessi.
Abbiamo rinunciato al dolore, abbiamo rinunciato alla paura e stiamo arrivando a rinunciare persino alla morte ma dopo, dopo cosa restera’, cosa definira’ l’umano, cosa dara’ valore a cio’ che non ha alcun prezzo da pagare.
Umeno Matsuyushi e’ una donna sola, anziana e vive di stagioni, del suo lavoro, del poco cibo di cui ha bisogno.
Nella sua casa e’ inverno, inverno come nella neve che scende lenta ma le porte sono aperte perche’ qusta e’ la natura, questo e’ il ciclo della vita, questo e’ cio’ che deve essere.
Si scalda le mani tremanti su un braciere e riprende a lavorare con silenzio e dedizione.
Nessuno le dara’ niente per niente, nemmeno la figlia lontana e perduta nel suo esistere quotidiano.
Invecchiare in fondo e’ come divenire un bersaglio sempre piu’ grande che prima o poi non potra’ piu’ evitare le frecce scoccate dalla morte ma ad Umeno non importa perche’ lei e’ dentro in tutto questo, e’ in sintonia con l’intero creato e quando arriva sera, davanti al pasto frugale, in silenzio mangia e infine prega e ringrazia per il cibo, per il giorno in piu’ che le e’ stato concesso e prega perche’ la preghiera la rende consapevole del giorno appena trascorso e di appartenere all’intero Creato.
E’ ora di salutare i suoi ospiti ma prima offre loro un suo poema, la voce dell’inverno, il silenzio della solitudine, il dolore per il marito scomparso, per la figlia che le impedisce di essere madre, per la tristezza unica amica a farle compagnia e nella poesia si mescolano i silenzi, il vento, i rumori della natura perche’ Umeno e’ il silenzio, Umeno e’ il vento e la natura, Umeno e’ cio’ che esiste e Umeno e’ ovviamente Umeno.
La bellezza e’ ovunque ma serve una grande poeta come Sokurov per riconoscerla, serve un maestro come Sokurov per mostrarcela con la dolcezza impressionista Ukiyo-e del periodo Edo.
Sublime.

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