Philip De Lazlo, Baroness Emile d'Erlanger, née Catherine de Robert d’Aqueria de Rochegude
Quando ci si accorge della relatività di certi modi di dire:
a viva voce (viva????)
voce d'angelo (miodio! direi proprio il contrario: al mio meglio sembro un ranocchio fioco)
voce di popolo, voce di Dio (nessuna rivoluzione, allora, in queste condizioni, nessun "Santo Subito", nessuna elezione per acclamazione)
voce del sangue (che sia diventa sorda, anche?)
voce nel deserto (farei lo stesso effetto se predicassi in piazza del Duomo: nessuno se ne accorgerebbe)
voce di corridoio (ma anche del sottoscala)
voce dell'oltretomba (ecco, qui ci si avvicina al sottotitolo più adatto)
passarsi la voce (per perdere il filo, di certo...)
dare sulla voce (a chi? e quando mai? approfittatene, gente!)
voce del cuore (donna snaturata e gelida)
voce in capitolo (adesso, proprio, nemmeno dell'epilogo!)
dar voce (agli altri, tanto per cambiare:)
qualcuno ha un'idea di come si fa a recuperare la voce dopo una settimana di afonia pressoché completa?