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Unbroken: i due errori di Angelina Jolie

Creato il 01 febbraio 2015 da Cosavederealcinema
Unbroken: i due errori di Angelina Jolie

Che la vita di Luoie Zamperini (1917-2014) fosse stata un'esistenza incredibile, segnata da difficoltà inimmaginabili e resistenza fuori dal comune, era già chiaro da tempo a Hollywood, fin dal 1957, anno in cui la Universal Pictures acquisì i diritti del libro autobiografico Il diavolo alle calcagna.

Tuttavia il progetto è rimasto in stand-by per anni, alla ricerca di un regista capace e degno di realizzare il film della vita di quest'uomo. Il passo decisivo è sicuramente avvenuto dopo che Laura Hillenbrand, la sceneggiatrice di "Seabuiscuit: un mito senza tempo", decise di riscrivere un libro su Zamperini (Unbroken), vendendo poi i diritti agli studios nel 2010, grazie all'enorme consenso del pubblico.

Da qui il passo della storia nelle mani di Angelina Jolie è stato breve e per quanto credo abbia fatto, sotto certi punti di vista, un lavoro magistrale, non posso non pensare che una storia simile, nelle mani di un altro regista un po' più esperto, sarebbe stata più convincente e meno autoreferenziale.

Due sono, dal mio punto di vista, gli errori più "gravi" commessi dalla Jolie:

1. La banalizzazione dell'adolescenza di Louie Zamperini, dato che il racconto presenta il protagonista come un piccolo teppista che all'improvviso, un po' come Forrest Gump, inizia a correre. Tra un dialogo che sembra scritto da un ragazzino delle elementari, una recitazione che delude e una linearità che stranisce.

Fortunatamente uno Zamperini più adulto viene raccontato tramite intelligenti flashback che appaiono nel corso delle tante difficoltà che il protagonista subisce durante la seconda guerra mondiale.

2. Il paragone Zamperini-Gesù, mal celato e inammissibile che la Jolie presenta velatamente nel corso della storia e poi spudoratamente all'improvviso quando lui alza l'asse di legno sopra le sue spalle. Paragone assurdo che arriva dopo che la Jolie ci costringe a subire una serie di inutili immagini di violenza eccessiva, resa fuori luogo dalla banalizzazione e dalla caricatura delle fazioni americani-belli-bravi-sani e cinesi-cattivi-brutti-crudeli.

Da una donna come lei mi aspettavo qualcosa di più strutturato.

Unbroken delude perché sembra un racconto girato tempo fa. Lo stile di oggi non ammette simili cadute di stile, a mio avviso.


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