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Fingiamo che un pasticciere sia la “Realtà primaria, detta tradizionalmente Dio” e che le magnifiche torte che crea siano la “mente libera” (le parole tra virgolette sono di Mancuso). Il pasticciere mette nell’impastatrice e poi nel forno il “caos”, vale a dire farina, acqua, burro, lievito e uva passa e pinoli, che immaginiamo abbia creato lui dal nulla. E fingiamo che uva passa e pinoli abbiano sensibilità e che soffrano da matti sbatacchiati nell’impastatrice e cotti al calore tremendo del forno. Non per volere preciso del pasticciere, ma per caso molti pinoli e molti chicchi d’uva passa finiranno sulla superficie delle torte o sul fondo della teglia e a loro, sempre per caso, sarà riservata una sofferenza maggiore e morte prematura. Ora, se il pasticciere (Realtà primaria) sa a quale sorte condanna esseri innocenti, e le torte le crea ugualmente, direi che è un uomo crudele, se sa solo che vuole creare torte (menti libere) e non sa a quali sofferenze condanna esseri innocenti, direi che è un uomo poco previdente; se si accorge della sofferenza atroce di pinoli e uva passa solo nel momento in cui soffrono e non fa nulla per porvi rimedio, pure direi che è un uomo crudele, e se gli fanno pena e soffre con loro, direi: chi è causa del suo mal (nonché del male altrui), pianga se stesso.
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