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La sfortuna e la fortuna di una colica a Parigi

Creato il 03 novembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Paris-pano-wladyslawdi Renato Pierri. Una storia personale che però  dovrebbe interessare a tutti coloro che abitano in Italia da Roma in giù e siano  costretti, in caso di necessità, a ricorrere ad un Pronto Soccorso di un  ospedale pubblico. Giovedì 24 ottobre, io, mia moglie e le due figlie, arriviamo  a Parigi per un soggiorno di cinque giorni. E’ un regalo di una delle figlie ai  genitori, ed è la prima volta che visitiamo Parigi. Ci accoglie un piccolo  delizioso albergo nel quartiere Latino. La sera siamo in un altrettanto  delizioso ristorante… e la mattina dopo arriva la colica. Prima colica biliare  in vita mia. Più sfortuna di cosi? Nel pomeriggio sono al Pronto Soccorso  dell’Ospedale Cochin, a breve distanza dall’albergo. E qui, a mio parere, posso  ritenermi fortunato che la colica mi sia venuta a Parigi e non a Roma, dove  abito. Una signora parla ora con questo ora con quel paziente in attesa d’essere  chiamato. Si accorge della mia sofferenza e va a riferire, così che si accorcino  i miei tempi d’attesa. Mi chiamano e mentre forniamo tutte le informazioni sulla  mia identità e sul malanno che ho, mi danno analgesici da sciogliere in bocca.  Si preoccupano di alleviare il mio dolore. Mi visita una dottoressa giovanissima  e gentilissima, la quale si scusa per avermi fatto attendere. I medici, per lo  più donne, sono tutti giovani e gentili.  Più tardi un dottore italiano mi  comunica che conviene operare d’urgenza. La sera stessa mi trovano un letto.  Dove? In un corridoio, in una squallida corsia? No. E’ una stanza con due letti,  con grandi finestre e il bagno. Arrivano continuamente infermiere e infermieri,  e la domanda è costante: “Avez vous des douleurs?”. Se la risposta è affermativa,  provvedono con antidolorifici adatti. Alle volte, quando il dolore non è forte,  li rifiuto, ma questa, di alleviare la sofferenza del paziente, è una  preoccupazione costante. La mattina successiva  (sabato) mi opera un  dottore (giovane), asportandomi la cistifellea. Due giorni dopo, esco  dall’ospedale. Grazie alla Tessera Europea di Assicurazione Malattia, la spesa  in tutto è di novanta euro.

Featured image, Parigi, fonte Wikipedia.

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