Se una figa spaziale, e con figa spaziale intendo proprio una figa giunta dallo spazio profondo, vi offre un passaggio, non illudetevi. Le cose per voi non potranno andare a finire bene. Proprio no. La storia raccontata in Under the Skin fondamentalmente è questa. Scarlett Johansson è un’aliena che va in giro su un furgoncino per dei paesini sperduti della Scozia a rimorchiare dei tipi, apparentemente fortunelli. Ma quello che è il sogno di qualunque uomo sulla faccia della Terra, ben presto rischia di tramutarsi in un incubo.
In realtà c’è dell’altro. Non che fosse necessario, quando si ha già a disposizione una Scarlett Johansson aliena nuda, ma c’è. Se la bella attrice tira fuori tutte le sue doti migliori, sia fisiche che recitative, lo stesso fa il regista Jonathan Glazer che, dopo i suoi due lungometraggi Sexy Beast e Birth – Io sono Sean che ancora non ho visto, tira fuori tutto il suo enorme talento visivo. Quello già mostrato in alcuni strepitosi videoclip da lui diretti. Cito “Karmacoma” e “Live With Me” dei Massive Attack, “Street Spirit (Fade Out”) e il capolavorissimo “Karma Police” dei Radiohead, il pazzesco “Rabbit in Your Headlights” degli UNKLE feat. Thom Yorke, il kubrickiano “The Universal” dei Blur e lo spettacoloso “Virtual Insanity” dei Jamiroquai.
"Smettetela di ridere! Sono figa anche mentre scivolo su una buccia di banana."
Tutto questo immaginario visivo viene riposto da Glazer all’interno di una storia dai vaghi contorni sci-fi ispirata al romanzo Sotto la pelle dello scrittore olandese Michel Faber, costruita con una tensione palpabile quasi da thriller-horror, grazie anche al contributo sonoro di Mica Levi, la leader del gruppo indie-rock sperimentale Micachu & the Shapes che ha realizzato una delle migliori e più angoscianti soundtrack dai tempi di Twin Peaks. Under the Skin avvolge a sé con un’atmosfera unica. Ci possono essere richiami a un’estetica da 2001: Odissea nello spazio nella scena iniziale, così come vaghi riferimenti al cinema visionario di David Cronenberg e David Lynch, non a caso uno dei tizi rimorchiati dalla Johansson è un tipo alla Elephant Man, eppure Jonathan Glazer attinge dallo stile dei suoi videoclip per realizzare un’opera estremamente originale e personale, lontana anni luce da qualunque altra pellicola a tematica aliena in circolazione. E questo nonostante una trama che, a prima vista, pare ricordare il trash scult movie anni novanta Specie mortale con Natasha Henstridge."In questo post Cannibal non ha messo manco una foto di me nuda? Sono shockata!
Potete però consolarvi con i selfie di Jennifer Lawrence nuda..."