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Under the skin – Jonathan Glazer

Creato il 23 febbraio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

23 febbraio 2015 Lascia un commento

Under the skin
Per molti Glazer e’ un nome sconosciuto. Appena tre film al suo attivo, molti videoclip e spot ma per il resto non lo si puo’ dire un habitué del grande schermo. Eppure e’ un regista straordinario, narratore di storie semplici ma dall’incedere travolgente. Minimale ed ipnotico, suo e’ lo straordinario "Sexy beast", film da tempo nella mia top ten, "Birth – Io sono Sean", forse il piu’ celebre e piu’ ordinario dei tre e questo. Suoi sono anche due tra i primi cinque videoclip nella mia personalissima classifica (quali? "Street spirit" dei Radiohead e "Rabbit in your head" di UNKLE e Thom Yorke, entrambi imperdibili).
"Under the skin" gia’ inizia con uno degli incipit piu’ accattivanti di sempre, una sorta di anti-"2001: Odissea nello spazio", direzione opposta al capolavoro kubrickiano dove dalla vastita’ cosmica si scende all’uomo o la donna nello specifico, la sempre piu’ bella Scarlett Johansson, questo e’ da dire, predatrice di uomini, macchina perfetta per catturare giovani maschi che non possono evitare di cascare nella sua trappola.
Terra di Scozia, terra di leggende, di antichi dei e antichi mostri e l’aliena Scarlett ricrea il mito delle selkie, la cui pelle cela la natura di foca o donna, extraterrestre in questo caso.
Ancora una volta Glazer centellina le informazioni ma non passa istante che non si avanzi nella comprensione di cio’ che accade. Telecamera digitale, riprese dall’interno dell’automobile come webcam nascosta e poi gli effetti speciali che esplodono quando meno te lo aspetti. La Johansson e’ straordinaria nel suo essere aliena a questa Terra e agli uomini e nello sforzo di farsi umana, la sua diversita’. Coraggiosa nel nudo integrale, sa di spendersi per un grande film, diverso dai clamori hollywoodiani che avrebbero dato ben altro risalto alla performance e comunque serve intelligenza, molta intelligenza per lei, star di prima grandezza, capire l’importanza di un’opera che sulla carta e’ molto semplice e in altre mani un’evitabile banalita’
Straordinario, letteralmente straordinario..

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