Magazine Cultura

Underground zone. Dandy, punk, beautiful people.

Creato il 21 settembre 2011 da Libriconsigliati
Underground zone. Dandy, punk, beautiful people.

Underground zone. Dandy, punk, beautiful people.

Titolo: Underground zone. Dandy, punk, beautiful people

Autore: Claudia Attimonelli, Antonella Giannone

Editore: Caratterimobili
Pagine: 119
Prezzo: € 18,70
Pubblicazione: gennaio 2011
ISBN: 978-88-9698-904-3

Valutazione Libriconsigliati: imperdibile.

Mesi fa mi è capitato di assistere a una mostra che Fabrica Fluxus, a Bari, ha dedicato al mondo underground.  Lo spazio espositivo era un trionfo di volti ammiccanti, mimiche plastiche ma sensuali, sguardi in bilico tra il lascivo e la ribellione. Quelle che campeggiavano sulle pareti della galleria d’arte erano le foto che Paul Zone negli anni ’70 ha scattato a personaggi divenuti idoli e icone di un’era. A distanza di tempo da quella mostra mi sono ritrovata tra le mani un libro che da quella ha preso nome: Underground zone. Dandy, punk, beautiful people. Una bella coincidenza.

La musica, la moda, la semiotica, i generi sessuali: questi gli aspetti che Claudia Attimonelli e Antonella Giannone hanno analizzato per spiegare perché e come gli anni dal 1972 al 1979 sono passati alla storia come il periodo ribelle in cui tutto sembrava essere possibile. A partire dallo scioglimento dei Velvet Underground fino agli albori del punk, Underground zone si configura come un viaggio in bilico tra il pubblico e il privato di idoli inconsapevoli.

La musica diventa il mezzo più immediato e incisivo per veicolare nuove filosofie di vita in netto contrasto con il passato, e parallelamente alla sperimentazione sonora si assiste all’ossessione per gli abiti e per i corpi. Su questo variegato scenario si concentra la riflessione dell’Attimonelli che, partendo da dinamiche sociali, della crowd o folla, arriva a stabilire un inestricabile legame tra la morte e il pop, laddove il secondo elemento è in grado si sublimare ed eternare un gesto, un pensiero, un canto seppur relegato al passato. L’autrice inserisce qui l’esempio di Janis Joplin, resa immortale nel momento stesso in cui il “mi piace” su Facebook decreta la vicinanza emotiva di migliaia di persone all’esecuzione del brano Summertime. Ancor più dettagliata è l’analisi di Videodrome, film di Cronenberg del 1983, in cui si focalizzano gli elementi dell’edonismo decadente e del sadomaso privato di lì a breve reso pubblico grazie ai media, tanto da perdere l’originaria declinazione scandalosa, proibita.


Da questi brevi cenni appare evidente quanto sia stata decisiva l’imposizione della televisione prima e dei social media poi nel decretare la fine (o morte) di espressioni sovversive dell’ordine costituito rendendole pop, alla portata di tutti. A questo concetto si lega l’analisi svolta dall’altra autrice, Antonella Giannone. Il suo interesse si è incentrato sul corpo, fino a poter parlare di un vero e proprio “corpo pop”. È pop un corpo giovane consapevole di incarnare altro rispetto alla generazione precedente e che cerca nel panorama cittadino, negli angoli bui e nascosti l’ispirazione per formare il sé e il suo agghindarsi. Da qui i colori sgargianti, gli abbinamenti audaci e, soprattutto, la preminenza del corpo, comprese cicatrici e segni di manifesta sofferenza. Oggi borchie, spilloni, anfibi, chiodo sono parte dell’abbigliamento giovane, pubblicizzato e comune nella società: in essi è lontana anche se intuibile l’eco ai Ramones, un esempio tra i tanti, che hanno fatto di quei dettagli gli elementi fondanti del loro stile.

La beautiful people di Andy Warhol ha vissuto i suoi anni fatti di momenti di grande popolarità. Di quel periodo oggi restano le sonorità e il look che ciclicamente la moda riporta alla ribalta, rendendo i segni di un’era ribelle nient’altro che dettagli modaioli sui quali speculare.

Caratterimobili è una giovane casa editrice barese che in Underground zone concentra diversi elementi sperimentali che rendono la lettura un piacere tattile prima ancora che intellettuale. Innanzitutto la carta utilizzata, X-Per Ivory, è spessa e ruvida al punto giusto per essere la base perfetta sia per il testo che per le immagini. E veniamo qui al secondo elemento: le riflessioni delle due autrici si arricchiscono delle fotografie scattate dal newyorkese Paul Zone, testimone e divulgatore iconografico di un’epoca mitica.

Ancora da segnalare le citazioni di cantautori, artisti ma anche poeti del calibro di D’Annunzio e Baudelaire che campeggiano su pagina intera con un font che strizza l’occhio alla grafica seventies. Frizzanti anche le soluzioni grafiche adottate per le note e il sommario. Le prime sono parte integrate del testo, graficamente comprese in esso e non separate a piè di pagina o alla fine del libro come ci si aspetterebbe. Il sommario si svolge seguendo la tematica del saggio: una soundtrack in cui il titolo di ogni capitolo è anticipato da Track e Bonus track che rivelano discografia, bibliografia, videografia, credits, iconografia e biografie. A suggello del tutto un’intervista di Daniela Zanone al già citato Paul Zone grazie al quale volti e ambienti sono rimasti indelebili nella memoria e ispirazione di nuovi movimenti underground. Infine da segnalare l’immagine in copertina su carta Tatami. Una sensuale Debbie Harry immortalata nella sua immancabile posa con labbra dischiuse, modello di femminilità in antitesi con l’androgina Patty Smith: entrambe, comunque, simboli femminili di un’epoca.

Maria Grazia Piemontese per Libri Consigliati

LE AUTRICI

Claudia Attimonelli, professoressa di cinema, fotografia e televisione presso l’Università di Bari. Si occupa di socio-semiotica della musica, visual culture e fashion teorie. Tra le sue pubblicazioni: Sigla Bondage, come ti lego e ti sospendo al video (2010);  L’artista è un eroe mediale (2009); Techno: ritmi afrofuturisti (2008); Dialoghi con/citati tra videoclip, loop, cover e remix (2007); Re-punking human culture (2007); Generando musica elettronica (2006).

Antonella Giannone, professoressa di Lingua e letteratura tedesca nella scuola secondaria superiore e di Analisi antropologica del prodotto di moda presso l’Università di Bari, si occupa inoltre di semiotica e cultura della moda e del corpo. Fra le sue pubblicazioni: Sguardi di moda nell’epoca degli stili globali (2010); Kleidung  für die Stadt. Das Urbane in der Mode (2009); Manuale di comunicazione, cultura e sociologia della moda, Vol. V con P. Calefato (2007); Corpo, metafora e immagine (2005); Kleidung als Zeichen (2005);


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :