Sì, questa è proprio una delle voci più originali e inclassificabili della letteratura europea, come recita il risvolto. Antoine Volodine, ci propone una visione tutta particolare del futuro con uno dei suoi tanti pseudonimi.(per qualche motivo, gli autori che decidono di moltiplicarsi con questo sistema ci attirano sempre). Il fondatore della corrente letteraria del Post esotismo ci conduce in un futuro possibile, accostando il presente in cui un gruppo di ragazzi rischia la vita e la memoria di un passato fatto di repressioni e guerre, dai toni cupi, in cui la speranza non alberga nonostante i sogni di cui sono imbevuti (la rivoluzione mondiale è in arrivo, come santifica Nonna Holgold per questo organizzano un Bolscio Pride, ispirato ovviamente ai sommovimenti dell’ottobre russo!)
Prigioni e sogni, oppressione e riscatto, miseria e sconfitte, utopie ugualitariste e clandestinità, grottesche divise e campi di prigionia: lo scrittore stesso sembra fare parte di questa umanità negletta, e pare quasi cercare di far passare un messaggio ai propri lettori, celandolo a volte nella reiterazione delle frasi…
Secondo Volodine, con il termine delle esplorazioni della terra l’esotico non è più possibile con mancanza di posti realmente sconosciuti, così è la narrativa a doverci condurre in territori ignoti, summa di quanto abbiamo letto nei secoli passati. I luoghi sono descritti in maniera anonima, senza precise connotazioni geografiche, e i nomi dei suoi protagonisti possono appartenere a diversi angoli di mondo.
In una intervista, così recita Volodine:
“Per definizione, la letteratura post-esotica è quindi una letteratura straniera e, come ogni letteratura straniera tradotta, offre al lettore una parte soltanto di quello che dice realmente, una frazione. Si ammetterà quindi come principio fondante che una letteratura straniera, con le sue eco e i suoi riferimenti, con tutta la sua ricchezza, può essere scoperta, indovinata, studiata, apprezzata tramite i prodotti di autori significativi. Il mio progetto tiene conto di tale curiosità istintiva del lettore nei confronti di ciò che sta al di là del libro stesso. In una sorta di “collezione di voci del post-esotismo” presento quindi al pubblico un certo numero di romanzi, indipendenti l’uno dall’altro, dietro i quali si suggerisce la completezza della visione e della sensibilità post-esotiche e, in sintesi, tutto un mondo”.
Undici sogni neri
di Manuela Draeger
Traduzione di Federica Di Lella, EDIZIONI CLICHY
Un gruppo di giovani, chiamato Bolscio Pride, che si ritrovano in un edificio in fiamme e invocano Nonna Holgold, una nonna immortale che li ha educati nei loro anni di orfanotrofio, di ghetto e di violenza e che li ha spinti alla rivoluzione mondiale e al meraviglioso. Mentre intorno l’incendio avanza, ricordano il mondo che hanno conosciuto, popolato di soldati, invalidi, bambini inquieti e adulti senza speranza e pian piano si trasformano in creature magiche, cormorani strani che controllano il tempo e vivono nel fuoco, si scambiano le identità, ascoltano una celebre cantante sovietica, e le loro memorie si riuniscono e sono insieme per sempre. Dopo il romanzo-saggio Scrittori, che ha rivelato in Italia il geniale talento di Antoine Volodine, questo Undici sogni neri, firmato con uno dei suoi più noti pseudonimi, conferma la grandezza di una delle voci più interessanti e inclassificabili della letteratura europea.