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Trama: un anno dopo la morte di Laura, suicidatasi dopo essere diventata lo zimbello di tutti a causa di un video postato su Youtube, cinque suoi amici si ritrovano su Skype e cominciano ad essere vittime di eventi misteriosi e mortali.
Si vede che sto diventando una vecchia. Peggio, una vecchia ipocrita. Come gli anziani che lanciano bastoni contro i "giovinastri!" all'urlo di "ve lo buco 'sto pallone" io, nonostante passi le giornate su blog, Facebook, Whatsupp e quant'altro, mi ritrovo sempre più spesso ad urlare "ve lo buco 'sto internet!!" e mi indigno davanti alla deficienza che si spande qual mefitico miasma dalla Rete e prende la forma di video, foto, post ignoranti ed imbarazzanti messi in circolazione da mocciosi spesso nemmeno maggiorenni. E come ogni vecchio che si rispetti GODO quando queste impure armi di un demente demonio vengono sbertucciate in film come Unfriended il quale parte, purtroppo, da un evento un tempo impensabile ma al giorno d'oggi anche troppo diffuso: il suicidio in seguito a cyberbullismo. Partendo dalla premessa che TUTTI in Unfriended meriterebbero un'esecuzione sommaria, persino quella che si è suicidata (una stronzetta piena di sé che è stata ripagata con la stessa moneta dall'intera "cumpa" che frequentava), la prima parte della pellicola è stata girata apposta per consentire allo spettatore giovane di identificarsi con i protagonisti riproponendone la vuota ed asettica quotidianità fatta di fugaci e sgrammaticati contatti via chat, frammenti di vite vissute attraverso le foto o gli stati su Facebook e conversazioni portate avanti con l'attenzione focalizzata su tutt'altro, cosa che consente allo spettatore anziano come me di inorridire ed invocare la svolta truculenta e sovrannaturale in grado di spazzare via questi meravigliosi esempi di umanità destinata all'estinzione. La svolta in questione ovviamente a un certo punto arriva ed occupa la concitata seconda metà della pellicola, che ha il pregio di non mettere in scena semplicemente una ghost story ambientata sui social network ma anche e soprattutto un "whodunnit" fatto di falsità, meschine piccinerie e sputtanamenti da applauso perché, si sa, la vendetta è un piatto da gustare freddo ma se la si serve riscaldando un po' l'ambiente tanto meglio.
E ora freniamo un attimo l'entusiasmo. Non è che Unfriended sia chissà quale innovativo capolavoro horror, anzi. La storia è già vista e sentita e con la scusa di rappresentare realisticamente delle conversazioni via chat in tempo reale i realizzatori hanno risparmiato in videocamere e soprattutto scenografie ma ci sono degli elementi che nonostante tutto mi hanno reso il film più simpatico e gradevole di altri. In primis, la maniacale cura per il dettaglio. Pagine Facebook, profili Instagram, finestre di Skype e playlist di Spotify vengono rappresentati in modo incredibilmente realistico e altrettanto riconoscibile è il modo in cui i protagonisti interagiscono con ognuno di questi social ma è soprattutto assai pregevole il modo in cui il regista sceglie di utilizzarli: per esempio, Spotify diventa il mezzo per fornire una colonna sonora molto calzante alla pellicola e ai singoli momenti che la compongono (canzoni come How You Lie, Lie, Lie o I Hurt Too) mentre tra i messaggi Facebook della protagonista ce n'è uno che porta la firma dello sceneggiatore e dice "I did it!!". Ma la cosa che ho apprezzato di più in assoluto è la quasi totale assenza di un orrendo e sbraitante fantasma in CG. Ve lo giuro, non c'è lui e non ci sono scene da salto sulla sedia con porte che sbattono, sedie che si muovono e altre simili amenità, solo una mezza dozzina di morti violente, beffarde e in un paio di casi anche belle sanguinose. Poi, ovvio, che i personaggi non mollino il portatile manco a morire (letteralmente) è un difetto comune a tutti i film di questo genere e una fastidiosa caratteristica alla quale temo sia impossibile rinunciare ma, a parte questo, devo dire che Unfriended mi ha inaspettatamente soddisfatta. E per un horroretto estivo che temevo fosse un emulo di Smiley è davvero tanta grazia, anche agli occhi di una vecchia come me!
Levan Gabriadze è il regista della pellicola. Georgiano, è al suo quarto lungometraggio. Anche attore, ha 46 anni.
Shelley Henning, che interpreta Blaire, aveva già partecipato all'orrido Ouija nei panni della prima vittima. Pur essendo stato girato in un giorno, nelle fasi di produzione Unfriended ha subito parecchie modifiche, sia nel titolo (da Offline a Cybernatural a Unfriended) che nella trama (all'inizio il killer doveva essere una persona reale intenzionata a vendicare Laura, poi una delle presunte vittime, in un'altra versione ancora il video virale avrebbe dovuto essere quello di uno stupro) e nei trailer si vedono un paio di morti completamente diverse dalla versione finale, soprattutto quelle di Val e di ciccio Ken, che lì vengono entrambi attaccati dal fantasma di Laura. Detto questo, se Unfriended vi fosse piaciuto recuperate I segreti della mente, The Den e The Call - Non rispondere. ENJOY!
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