di Claudia Leporatti
Il filantropo e imprenditore ungherese George Soros sarà domani a Firenze per presentare due libri scritti dal padre Tivadar. “Ballo in maschera a Budapest” e “Robinson in Siberia”, questi i titoli nelle traduzioni italiane (edite da Gaspari), protagonisti dell’iniziativa “Di padre in figlio”, che alle 17 vedrà nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio anche il sindaco Matteo Renzi e la traduttrice Margherita Bracci Testasecca. La prima delle due trame, pubblicata nel 1923 e auto-finanziata, racconta i dieci mesi vissuti dalla famiglia dell’autore durante l’occupazione nazista di Budapest. “La vita è bella e varia, ma anche la fortuna è importante“: un incipit che racchiude il cuore della vicenda, che narra di come i Soros, ebrei, hanno beffato l’Olocausto salvando loro stessi e altre persone, senza risparmiarsi nell’escogitare stratagemmi e arrivando perfino a fingersi cristiani, con un nome inventato.
“Robinson in Siberia” riguarda invece la sua cattura in terra russa alla fine della Prima Guerra Mondiale e la conseguente fuga in Siberia. Con uno stile da reporter, Soros riporta gli espedienti, gli incontri, le difficoltà che affrontò con l’attitudine di un novello Robinson Crusue, adattandosi alla natura di uno dei territori più impervi e meno clementi del mondo.