Unioncamere: 83mila posti di lavoro in più entro giugno

Creato il 29 giugno 2015 da Pierpaolo Molinengo @piermolinengo

Non si vedeva da 36 mesi un saldo positivo tanto consistente nelle previsioni di assunzione del settore privato: sono 83mila i posti di lavoro aggiuntivi che le imprese dell' industria e dei servizi intendono creare tra aprile e giugno 2015, 82mila dei quali destinati a lavoratori alle dipendenze. Come risulta dai dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro relativi al II trimestre 2015, l'effetto Job Act si fa sentire nei programmi occupazionali delle imprese, corroborato però dal vento di ripresa che sta attraversando il sistema produttivo: le assunzioni previste a tempo indeterminato (68.400) toccano il massimo storico dal gennaio 2012, andando a rappresentare il 24% delle entrate totali, mentre i saldi positivi attesi entro giugno si estendono un po' a tutti i settori pur concentrandosi sul turismo, per l'approssimarsi della stagione estiva.Buone notizie anche a livello territoriale: pur perdurando nel Nord Ovest l'impulso positivo di Expo già registrato nel precedente trimestre (in queste regioni i nuovi posti di lavoro che le imprese intendono creare entro giugno saranno 13mila), è nelle altre ripartizioni territoriali che i saldi positivi subiscono una sensibile impennata, superando le 25mila unità nel caso del Nord Est e del Mezzogiorno e sfiorando le 19mila nel caso del Centro.
Il saldo positivo di 83mila unità deriva dalla differenza tra le 282mila entrate e le 199mila uscite attese. Superano le 265mila unità le assunzioni di lavoratori dipendenti, di cui oltre 137mila non stagionali e 101mila stagionali. A queste si aggiungono quasi 27mila interinali. Le imprese inoltre prevedono di stipulare quasi 17mila contratti di lavoro autonomo, per metà come collaborazioni a progetto e per l'altra metà come partite Iva e collaborazioni occasionali. Il confronto con il II trimestre 2014 consente di cogliere l'effetto dei più recenti provvedimenti varati dal Governo in materia di mercato del lavoro: le assunzioni a tempo indeterminato sono infatti quasi l'80% in più di un anno fa. Meno cospicua, invece, la crescita delle assunzioni previste con contratto a tempo determinato (157mila, in aumento del 4,6% rispetto al II trimestre 2014) e dei contratti interinali (27mila le entrate, +7,8%). In calo, invece, le entrate previste con contratti di apprendistato (saranno 8.800, -8,7% rispetto a un anno fa) e, soprattutto, le collaborazioni a progetto (8.500 quelle attese, con una riduzione del 36,4% rispetto ad aprile-giugno 2014).
Quasi tutti i settori economici sembrano pronti ad agganciare i segnali di ripresa. Tra tutti spicca, per effetto della stagionalità, il settore turistico, con le imprese legate all'alloggio e alla ristorazione che dovrebbero creare 61.600 posti di lavoro aggiuntivi nel trimestre. Positivo, però, anche il dato delle costruzioni (+3.600 il saldo tra entrate e uscite), di quasi tutti i settori industriali (a cominciare dall' alimentare e dalla meccanica) e, tra i servizi, di quelli di supporto alle imprese e legati all'Ict.
Riprende vigore anche l' occupazione creata dalle imprese di minori dimensioni: +70mila i posti di lavoro in più nelle attività con meno di 50 dipendenti. Saldo attivo però anche per le aziende con oltre 250 dipendenti (+14mila) mentre la taglia intermedia registra ancora qualche difficoltà sotto il profilo occupazionale (saranno 1.100 i posti di lavoro persi nelle imprese con 50-249 dipendenti).
Sardegna, Trentino Alto Adige e Calabria le regioni che dovrebbero registrare il più consistente aumento del saldo in percentuale. Emilia Romagna, Veneto e Toscana, invece, quelle con i saldi in valore assoluto più elevati. A livello provinciale, spicca la notevole crescita del saldo in percentuale attesa soprattutto a Rimini (+6,2%), seguita da Nuoro (+3,1%) e Vibo Valentia (+2,8%). Le assunzioni previste superano le uscite in maniera più consistente a Rimini (+4.700) Roma (+4.400) e Venezia (+4.250). Le uniche province nelle quali ancora alcune decine di posti di lavoro potrebbero andare persi sono quelle di Modena, Bergamo, Alessandria, Asti e Pavia.


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