Era il 17 febbraio 1989 e a Marrakech si idealizzo’ un sogno di molti :l’Unione del Maghreb Arabo (UMA). I capi di Stato del Marocco, dell’Algeria, della Libia, della Tunisia e della Mauritania firmarono, forse, un utopia. Dopo 22 anni, l’UMA tarda a spiccare il volo e l’idea di rinvigorire un reale gruppo economico integrato capace di rispondere alle aspirazioni dei popoli nello sviluppo della complementarietà, resta ancora solo una speranza di molti. L’UMA si è affossata grazie anche alla posizione dell’Algeria, totalmente ostile al Marocco ,che ha mostrato il suo sostegno logistico e militare al Polisario, esacerbando un clima di tensione nella regione. L’Algeria ha di fatto condizionato la costruzione del Maghreb , decidendo la chiusura della frontiera in maniera unilaterale in un contesto internazionale, regionale e bilaterale, oggi assolutamente anacronistico. Coscienti della gravità di questa situazione che perdura da molti anni, il Marocco non ferma i suoi appelli all’Algeria per riaprire la sua frontiera terrestre con il reame (chiusa dal 1994), e per la normalizzazione delle relazioni bilaterali. In effetti, i canali di comunicazione tra i due paesi vicini non si sono mai interrotti. Le ambasciate funzionano da entrambi le parti ma è evidente che gli scambi commerciali tra i due paesi sono deboli, non oltrepassando la soglia del 2% sul volume globale del commercio estero del Marocco. Una percentuale che mette in luce la penalizzazione in toto dell’economia dei paesi del Maghreb che si traduce in un livello di scambio intermaghrebino pari al 5% del volume totale del commercio estero dei cinque paesi membri dell’UMA. Il non-Maghreb costa circa 2 punti di crescita annuale alle cinque economie interessate. La costruzione di una struttura regionale permetterebbe di appianare le difficoltà e potrebbe sviluppare un mercato maghrebino per oltre 100 milioni di consumatori potenziali nei cinque paesi membri dell’UMA, un insieme che rafforzerebbe un mercato arabo di libero scambio. Forte di una economia che oltrepassa i 224 milardi di dollari di PIL, questo gruppo che ha nel suo DNA notevoli risorse naturali ed energetiche, sarebbe in grado, con la posizione ravvinata della UE, di produrre un mercato di 450 milioni di consumatori. Oggi, tutti si accordano sulla necessità di una regolamentazione rapida e definitiva delle differenze bilaterali che frenano lo sviluppo di un grande Maghreb. Tutte le dichiarazioni di intenti convergono essenzialmente verso la necessità, per i dirigenti maghrebini, di trascendere le differenze e di operare uniti per fare della regione maghrebina uno spazio comune di libertà e di scambio, senza frontiere e senza tensioni. L’UMA, è in grado di costruire una piattaforma dinamica sulla via della creazione di un patnerariato euro-africano, concretizzando lo sviluppo del continente africano e promuovere la sua stabilità. Per il Marocco, la costruzione di un Maghreb arabo, che costituisce oggi una scelta strategica che puo’ rispondere alle aspirazioni dei popoli fratelli della regione, è realizzabile. A condizione che i termini del Trattato di Marrakech, in testa la sovranità e l’integrità territoriale dei paesi membri, siano rispettati da tutti.
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