Unioni civili gay, il sindaco non procede alle trascrizioni e chiede una legge nazionale

Creato il 22 dicembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

ricevo e pubblico il comunicato municipale, che merita di essere letto con attenzione. Il Comune ha inviato in allegato la valutazione del sindaco.

Matrimoni omosessuali, il sindaco non procede alle trascrizioni E scrive a Renzi e Alfano per sollecitare iter legislativo nazionale

Con una nota, inviata a tutti i consiglieri comunali, il sindaco del Comune di Cremona Gianluca Galimberti ha espresso la sua valutazione in merito alle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso, come richiesto dal Consiglio comunale il 9 dicembre scorso con un ordine del giorno dei gruppi Pd e Fare nuova la città. Nella nota, una lunga e dettagliata ricostruzione del quadro normativo. Vengono ricordate: la circolare del Ministro dell'Interno del 7 ottobre 2014 secondo cui, ai sensi del codice civile vigente, la diversità di sesso dei nubendi rappresenta un requisito necessario affinché il matrimonio produca effetti giuridici nell'ordinamento interno e una sentenza emanata in data 9 aprile 2014 dal Tribunale di Grosseto di senso diametralmente opposto che contiene, anche se non esplicitamente, un giudizio sulla non contrarietà all'ordine pubblico del matrimonio omosessuale.

"L'incertezza legislativa e la necessità di avere un quadro normativo, che solo a livello nazionale può essere definito - scrive il sindaco nella sua valutazione - mi portano pertanto a non procedere, nella mia qualità di Ufficiale dello Stato Civile, alla trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso".

"La scelta - aggiunge il sindaco - è legata anche ad ulteriori valutazioni. Innanzitutto esprimo sempre il massimo rispetto nei confronti di scelte personali che vivano una dimensione affettiva volta al bene proprio e dell'altra persona. Sono altresì convinto che un'esperienza di coppia non sia mai esperienza solo di due individui, ma sia sempre esperienza che può contribuire a costruire l'intera comunità, se si fonda sull'idea che il bene mio e dell'altra persona a me legata rappresentano in realtà un "bene comune", per promuovere il quale occorrono stabilità di legame e riconoscimento di diritti e di doveri di responsabilità e di cura vicendevole. Per favorire stabilità e riconoscimento di diritti e di doveri occorre impegnarsi a fondo. Ma penso anche che occorra ancora riconoscere la specificità dell'esperienza del matrimonio: uno dei fondamenti del matrimonio, anche in riferimento alla nostra legislazione, è la differenza di genere, che continua a rappresentare un'opportunità di crescita nel riconoscimento della diversità e una possibile ricchezza per l'educazione dei figli".

"Anche alla luce di queste considerazioni - conclude il sindaco Galimberti - confermando la scelta di non procedere alla trascrizione, tuttavia affermo la soddisfazione profonda per l'altra decisione assunta dal nostro Consiglio Comunale, per la quale mi impegnerò: aprire, in città e nelle istituzioni, una stagione di confronto sulla possibilità di istituire un registro delle unioni di fatto. La commissione consigliare scelta e i movimenti politici studieranno la realtà, perché solo studiando la realtà e provando a capirne la complessità possiamo prendere decisioni. Sulla base di un lavoro serio di analisi della società, stiamo costruendo momenti di confronto tra pensieri anche differenti, culturalmente fondati, per arrivare insieme a fare scelte di civiltà. Tali scelte dovranno consolidare le reti di cura nella società, affermare il dovere di responsabilità nei confronti dell'altro e riconoscere i diritti delle persone. Si è aperta in città e nelle sue istituzioni una stagione che potrà essere bella e fruttuosa di confronto civile e serio per il bene della nostra comunità".

Nella nota il sindaco Gianluca Galimberti comunica, inoltre, di aver scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e al Ministro dell'Interno Angelino Alfano per sollecitare il compimento in tempi rapidi dell'iter legislativo attualmente in corso per l'emanazione di una norma che regoli le trascrizioni dei matrimoni di persone dello stesso sesso contratti all'estero e le unioni di fatto. "Il vuoto normativo - scrive il sindaco al Premier e al Ministro - crea contrapposizioni ideologiche che spesso impediscono di costruire soluzioni: forse anche per questo la centralità della famiglia è spesso solo nelle dichiarazioni strumentali di qualcuno e l'affermazione di diritti sociali importanti non è ancora stata raggiunta. Serve una risposta del Paese, non delle singole città, una risposta seria e concreta, attenta ad ascoltare e ad accogliere la vita delle persone nella sua complessità. Una risposta che combatta le discriminazioni, che fermi le battaglie ideologiche. Una risposta della politica con la P maiuscola, che significa servire la vita delle persone costruendo un bene comune. Una risposta frutto di un confronto civile, senza slogan, nelle istituzioni prima che nelle piazze".

"E' con questo spirito - conclude il sindaco nella lettera indirizzata a Renzi e ad Alfano - che a Cremona, una apposita commissione consiliare studierà e valuterà le caratteristiche e le esigenze delle coppie di fatto che vivono nella nostra città, coinvolgendo la cittadinanza. Questa commissione offrirà al Consiglio un'analisi compiuta della materia, in modo da aprire una discussione sull'istituzione presso lo Stato Civile dell'Anagrafe di Cremona di un registro delle unioni di fatto, redatto e tenuto in osservanza della normativa nazionale ed internazionale in materia di privacy e di tutela di dati sensibili. Presidente e Ministro, Cremona è pronta per un confronto alto e civile nelle sue sedi istituzionali e in tutta la città. Come sindaco, mi faccio carico affinché questo avvenga nei modi e nei toni più opportuni. Ma tematiche come le trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero tra due persone del medesimo sesso e le unioni di fatto non possono essere demandate alle singole città. E' il Paese che deve riflettere e confrontarsi proprio a partire dalle sue sedi istituzionali, Governo e Parlamento. E' il Paese che deve arrivare ad una definizione legislativa ".


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