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Unioni Gay, da Cielle l’invettiva contro gli omosessuali

Creato il 22 agosto 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Sempre il meeting al centro del dibattito politico italiano che non è ancora ritornato dalle ferie più povere degli ultimi cinquant’anni. Stavolta i “ciellini” la sparano grossa, inveendo contro le unioni omosessuali. La povertà degli argomenti lascia il campo al servilismo ai potenti di turno: Monti accolto come una star, Passera come un salvatore della patria. Unica nota positiva: la critica a Casini. Ma non per le motivazioni…

Il meeting di Rimini, appuntamento irrinunciabile di ogni estate democristiana che si rispetti. Non c’è volontà di pianificare, non si cercano spunti e risposte per una ricostruzione del dibattito politico, ormai scaduto al livello della cagnara ragionieristica, né si accarezzano tematiche che possano favorire il confronto religioso.

Unioni Gay, da Cielle l’invettiva contro gli omosessuali

una coppia omosessuale: è peggiore il peccato di chi ama o quello di chi odia?

Anzi, forse sì: nel senso negativo, perché a Rimini sono sempre le solite storie a farla da padrone. Comunione e Liberazione si scaglia contro le unioni gay. L’omofobia è palpabile tra i volontari. E’ la base infatti ad esprimersi in tal senso: gli omosessuali possono farsi i fatti loro, ma non chiedano di ottenere riconoscimento giuridico o sociale. Non possono sposarsi  ”perché non possono dare nulla allo stato“, dice un volontario. Apprendiamo con piacere che l’unica cosa che è possibile dare ad uno stato sono i figli che una coppia eterosessuale potrebbe procreare. Peccato che a giugno, agli stilisti Dolce e Gabbana, siano stati contestati debiti erariali per 230 milioni di euro: due marmocchi ben costosi, cari giovani militanti ciellini.  Forse non è del tutto esatto affermare che i gay non possono dare nulla…

Ma i commenti poco condivisibili continuano, e provengono da giovani che non sempre sembrano preparati ad argomentare quello che sostengono. Come quelle poche voci fuori dal coro che potrebbero anche essere d’accordo, passando per una maggioranza che inizia una caccia alle streghe, perché teme il passo successivo al riconoscimento del matrimonio gay: la richiesta di adozioni da parte di coppie omosessuali, tematiche complesse che richiedono dibattiti e confronti su molteplici piani, senza arrivare a conclusioni affrettate di sorta. Se davvero vuol rendersi utile, CL dovrebbe dedicarsi ad amplificare le voci dei dibattiti, a dare spazio all’opinione di senso contrario, a sviluppare i temi che davvero possano consentire la crescita morale di ognuno, obiettivo al quale un’organizzazione come quella di Don Giussani dovrebbe tendere.

È impossibile esimersi dall’esprimere un parere, sull’opportunità che si faccia della religione uno strumento per convogliare il consenso politico e manipolare le coscienze. Diremo sicuramente che non ce l’abbiamo con i militanti ciellini, plurintervistati di queste giornate di politica vacanziera. Il problema non è tanto nelle nuove generazioni, quanto nelle vecchie che fanno di tutto per “programmare” i giovani in modo da potere somigliare sempre più ad esse.

Le vecchie generazioni dovrebbero comunque aver chiari i precetti cui si fonda la religione cristiana, che non può e non deve soccombere ai proclami di intolleranza che provengono dalle frange estremiste del mondo cattolico. La Chiesa naviga a vista in un oceano di problemi, di cui il riconoscimento delle unioni omosessuali è solo il pretesto per distogliere l’attenzione dalla realtà di un’emorragia costante di fedeli che non possono riconoscersi in una organizzazione che ha sconfessato gli insegnamenti di Cristo, per dedicarsi al vizio, al mercimonio e ad altri comportamenti in contrapposizione alla dottrina della Croce.

Chi inneggia all’intolleranza e all’abominio,di cui peraltro si parla giustamente nel Levitico, dovrebbe ricordare di un Signore iconograficamente biondo, alto, con occhi azzurri che è morto su una croce. Un Uomo che ha insegnato l’amore, la tolleranza, l’uguaglianza tra gli uomini. Il sesso è un errore (forse), ma interessarsi di come un fedele viva la propria sessualità è morboso e fuorviante: non si commetta l’errore di credere che tra i gay non ci siano credenti, spesso traviati pesantemente da quei sacerdoti di sé stessi che vogliono ergersi al grado di arbitro supremo della morale, ignorando colpevolmente che “Qualcuno” disse che non bisogna giudicare se non si vuol essere giudicati.

La sessualità è un importantissimo aspetto della vita: una interpretazione univoca dell’amore è lesiva del diritto e della dignità di chi ha deciso di vivere secondo le proprie inclinazioni, nel rispetto altrui. Ci si chieda perché ancora nel 2012 è impossibile consacrare dinnanzi alla legge un sodalizio tra persone dello stesso sesso, perché i diritti ereditari in tal senso sono limitatissimi.

Non abbiamo bisogno di preti che studiano da politici (o politici travestiti da preti) che ci dicano come si deve scopare: ci servono sacerdoti che sappiano interpretare e trasmettere gli insegnamenti d’amore di cui il Vangelo è zeppo.

Serve un pizzico di maturità e di tolleranza. E a certi estremisti, nuovi crociati del terzo millennio pronti a trincerarsi dietro un simbolo per portare a compimento il proprio sordido disegno di potere. I

Rimini consegna alle cronache la solita passerella di poteri forti, Monti, Passera e compagnia danzante. Segna anche un leggero dissenso nei confronti del peggior politico cattolico degli ultimi 100 anni, quel Pierferdinando Casini che imita perfettamente il Fini che fu prima filo ebraico, quindi antifascista e poi tollerante sulle droghe leggere. Un autentica banderuola, adesso vicina al mondo glbt per pura velleità elettorale. Ed in questo senso appoggiamo Cielle: andare contro Casini è sempre un merito. Soprattutto quando il genero Caltagirone è disposto a sconfessare quello che ha sempre sostenuto da quando ha iniziato a fare politica.

Ma tanto non importa: il presidente della Repubblica è super partes, non avrà bisogno del voto dei gay per vincere le elezioni, vero Pierferdy?


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