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Universi paralleli.

Da Suster
Universi paralleli.Ho capito. Deve esserci un posto, da qualche parte, in un'altra dimensione, dove si rincontreranno tutti (bastardi!).
Quando ero alle medie una volta ci diedero da fare un tema: "Se tu volassi con Astolfo sulla luna, cos'è che vorresti recuperare?" Traccia del piffero: ci ho messo un pomeriggio solo a pensare a cosa scriverci.
Ora credo che ci andrei a colpo sicuro: se Astolfo lassù andava a recuperare il senno perduto dell'amico, io sono sicura che andrei a cercarmi il cratere lunare che ospita la stragrande quantità dei ciucci smarriti.
L'altra sera la pupa stranamente, dopo un pomeriggio da harakiri materno (è che ho visto un servizio di Piero Angela sui samurai, di recente), era di buon umore, e dopo averci allietato tutti a cena con lo sfoggio delle parole nuove appena imparate (un repertorio a dir poco esilarante!) ha preteso che lo zio Ciccio la inseguisse giù per le scale di casa mentre io la trasportavo al piano di sotto al fine di far le sante nanne.
Questo gioco di farsi inseguire la fa sganasciare,  e però stavolta, poiché avevo inserito già lo strumento salvananna, si sganasciava moderatamente, per non perdere l'indispensabile appiglio dentale al buon esito dei suoi sonni.
E però, malgrado le cautele, al termine della galoppata giù per la breve rampa di scale che separa i due piani abitativi, nel circoscritto lasso di spazio di pochi gradini, e dopo una breve mimica di cattura e sbudellamento della preda da parte dello zio, il ciuccio era sparito.
Volatilizzato nel nulla. Cerca che ti cerca, mancava poco che smontassi pezzo pezzo l'incasinatissima rimessa casalinga della nonna, non certo parca nell'accumulare oggetti di cui non riusciresti ad indovinare l'utilità nemmeno dopo accurate indagini di laboratorio.
Ma no: possibile che sia finito in cima a uno degli scaffali della libreria?
Ma dai... Magari è cascato a terra e involontariamente gli ho dato un calcio spedendolo a rotolare sotto qualche credenza.
E allora setaccia carpon carponi ogni decimetro quadro di parquet impolverato, mentre lei, quanta grazia, sale e scende dallo sbilenco pouf handmade di "Nenne", gironzola sbracata in body pendulo e cosce al vento, scivolando sui calzini che si rifiuta di lasciarsi sfilare, slittando sul liscio parquet.
Cerca di qua, cerca di là, cerca di sù cerca di giù.
Impossibile: disintegrato. Smaterializzato.
E ora come faccio a farla dormire?
Si è addormentata lo stesso.
A volta noi madri ci fissiamo su particolari insignificanti. A volte le persone attribuiscono un potere eccessivo a determinati oggetti, convincendosi della loro indispensabilità, e divenendone di fatto dipendenti.
Era un po' che ci pensavo, a come avrei fatto ad eliminare il ciuccio dalla nostra vita notturna, lui, utile tappo, atto a tamponare prontamente sul nascere le crisi di panico repentine della pupa dormiente.
Mi son sempre detta che quando sarebbe stato il momento, l'avrei eliminato in maniera naturale e indolore, senza inutili terapie d'urto.
Fortuna volle che lei stasera si era messa proprio di buon umore: addormentarla è stato un po' lunghetto (mi sono dovuta cantare per ben tre volte tutta La Balena più una quarta contaminando le strofe tra loro e intervallando con mm-mm, più una volta e mezza la Marcia del camposanto), però è stato piuttosto divertente, giacchè lei, libera di adoperare la sua cavità orale in attività diverse dalla suzione, non la finiva più di chiaccherare, sdraiata accanto a me sul suo materassino di fortuna, perché non c'è lettino a casa di Nenne.
Ha fatto un rapido ripasso degli avvenimenti salienti della giornata: "Nenne... nenne, nenne... Nenne!... Pappa... bla bla bla.... Piiiiooo piopiopio! Mamma."
Poi ogni tanto se ne ricordava: "Tutto?" nel senso di ciuccio.
Ma è andata.
Io però non mi capacito. Mi chiedo davvero come sia possibile una simile sparizione totale e irreversibile, e credo di essere arrivata a una conclusione: si deve essere aperto un varco spazio-temporale sulle scale di casa di mia madre, che ha inghiottito il nostro ciuccio.
Mi sembra la spiegazione più plausibile.
Se per caso qualcuno di voi se lo è ritrovato per casa, per una bizzarra aderenza delle membrane dimensionali, vi prego di recapitarmelo al più presto, che come quello non ne fanno più: era l'ultimo esemplare, ora alla COOP ho trovato solo quelli in lattice, quelli anatomici e quelli a ciliegia XXL che lei schifa. E' giallo un po' deteriorato e con dei peletti alla base.
Vi dispiace controllare?
(Va bene emanciparsi dal ciuccio, ma non si sa mai dovesse verificarsi un'emergenza...)
(Postilla rivelatoria)
Ritorna lo zio Ciccio dalle sue serali bisbocce con amici. Si fruga in tasca, nella tasca della felpa verde che indossa, mi guarda con aria divertita ed esultante, e tira fuori... proprio lui: il ciuccio!
Mi ha sempre affascinato come la pseudoscienza della probabilità si prenda gioco di noi e dei nostri ragionamenti logico-statistici. Quante possibilità c'erano che il ciuccio finisse proprio in quella tasca e se ne andasse in trasferta a sbevazzare nei pub della capitale?
Ci avrei giurato che la soluzione del giallo non poteva trovarsi nel polveroso seminterrato di Nenne!

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