Università la Sapienza. Gli studenti si trasformano in muratori

Creato il 08 marzo 2013 da Ilkomboloi @IlKomboloi

Gli studenti della facoltà di scienze politiche ridipingono un aula e la mettono a disposizione di tutti. Dopo averla occupata e riqualificata, danno vita ad un ulteriore spazio di studio e socializzazione.

Proprio ieri, sulla sezione di Repubblica Roma, ha catturato la mia attenzione un articolo dal titolo “Il Sarcofago di scienza politiche. Un cantiere infinito tra disagi e degrado”.

L’articolo tratta della situazione, ormai ventennale, dei lavori che riguardano le facoltà di scienze politiche e giurisprudenza dell’università la Sapienza, per l’allargamento delle facoltà.

 

Decido di andare a vedere cosa sta succedendo alla Sapienza e appena entro nella facoltà di scienze politiche vengo attratto da rumori in fondo al corridoio, ci sono dei ragazzi e delle ragazze che da un’aula estraggono fuori scrivanie, sedie e armadietti vari.

Chiedo cosa stia succedendo, e quasi con naturalezza mi viene risposto: “stiamo dipingendo l’aula”. Ma come mai degli studenti dell’ateneo più grande d’Europa dipingono i muri di un’aula? Sono i ragazzi di uno dei tanti collettivi universitari, il collettivo autorganizzato di scienze politiche, gli stessi che nei mesi scorsi hanno protestato contro le tensostrutture impiantate nel pratone della Sapienza per ovviare al problema aule.(leggi)

Il pratone è da sempre un simbolo di aggregazione per tutti gli studenti, la cui superficie è stata quasi interamente occupata da queste tensostrutture, che vanno a fornire posti a sedere che in realtà dovrebbero esistere all’interno delle facoltà di giurisprudenza e di scienze politiche, se i lavori, iniziati nel 1993, fossero stati ultimati, quantomeno, in una decina di anni.

Ad inizio dicembre il collettivo ha preso possesso di un’aula totalmente abbandonata da anni per trasformarla in aula studio e metterla a disposizione di tutti gli studenti e le studentesse.

Hanno prima innalzato un muro di cartongesso, visto che l’aula aveva una facciata completamente inesistente, e ieri hanno finito di riqualificare uno spazio che dovrebbe essere l’università a concedere ai propri studenti. 

Mi spiegano come agiscono all’interno dell’università: “La nostra volontà è quella di dare inizio all’interno della facoltà a un’esperienza di confronto che accolga le voci di tutti soggetti che la vivono, in uno spazio comune nuovo e che sappia ricevere la forza delle esperienze e i percorsi politici personali dei singoli, ma con la capacità di immetterli tutti in un processo sinergico e mai gerarchico.Sentiamo il bisogno di rivitalizzare la partecipazione attiva nella nostra facoltà; una partecipazione dal basso e orizzontale che rifiuti qualsiasi tentativo di sovradeterminazione dall’esterno”.

Continuano: “Siamo un Collettivo Antifascista, perché ci opponiamo alla riabilitazione e al ritorno di pratiche squadriste e criminali. Siamo antifascisti perché crediamo che il pluralismo sia un valore. Siamo antifascisti perché crediamo nell’eguaglianza sociale Siamo antifascisti perché crediamo che la solidarietà sia l’unica forza.”

Dopo la nostra chiacchierata, e soprattutto dopo aver alzato muri e rinfrescato le pareti, un nuovo spazio è a disposizione di tutti. Chissà cosa ne pensa il Magnifico Rettore, Luigi Frati (leggi), di questa vicenda?



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