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Universitari – Molto più che amici

Creato il 24 settembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Universitari – Molto più che amici

 

Anno: 2013

Durata: 120

Nazionalità: Italia

Genere: Commedia

Distribuzione Medusa

Regia: Federico Moccia

Uscita: 26 Settembre

 

Dopo lunghi anni trascorsi al liceo, per Federico Moccia è arrivato il momento di scoprire e raccontare il mondo universitario. Lo sguardo mocciano si è posato quindi sulla vita di un gruppo composto da sei ventenni alle prese con una convivenza tra studenti fuori sede: Carlo (Simone Riccioni), aspirante regista e sognatore nonostante le delusioni subite, Faraz (Brice Martinet), studente iraniano di ingegneria ancora innamorato della sua ex, Alessandro (Primo Reggiani), iscritto a medicina per tradizione familiare, ma col sogno di diventare comico. Poi arrivano le ragazze, quando la proprietaria di casa (Paola Minaccioni) decide di alzare l’affitto di una malconcia ex clinica: Francesca (Sara Cardinaletti), ligia studentessa alle prese con una delusione d’amore, Giorgia (Nadir Caselli), ragazza confusa e troppo spesso dimenticata dai genitori, infine Emma (Maria Chiara Centorami), frivola bellona che nasconde le ferite lasciate da una grave tragedia. Lontani dalle loro case di origine, i sei ragazzi troveranno la loro dimensione e il calore familiare all’interno di una villa che riempiranno di colori ed emozioni.

Lo scrittore, regista e sceneggiatore romano crea sempre degli universi capaci di spaccare in due l’opinione del pubblico e c’è chi si accanisce davvero parecchio con gli universi “mocciani”. Universitari- Molto più che amici, racconta la vita dei ventenni di oggi in maniera certamente edulcorata, colorata, puntando troppo sui sentimenti superficiali, dimenticando la situazione attuale che i giovani italiani si trovano ad affrontare, omettendo situazioni di precariato o che rasentano lo schiavismo. Il fenomeno di costume è diventata la cifra per capire i film di Moccia, quindi risulta quasi superfluo passare in rassegna le criticità tecniche e stilistiche dell’opera – dalle incongruenze nella trama, alla musica giovanile che esplode per riempire i vuoti di dialogo – è più interessante chiedersi se questa rappresentazione della generazione dai 20 ai 30 sia così lontana dalla realtà. Certo, le generalizzazioni non danno mai luogo ad un giudizio equilibrato, ma nelle aule universitarie si incontrano anche i personaggi raccontati da Moccia, come Alessandro che va a manifestare più per apparire che per tenere fede a qualche ideale.

Va detto pure che un film è sempre un’opera della creatività: può piacere o meno, ma non è detto che debba riflettere lo stato attuale delle cose, come non è detto che le pellicole di autori più blasonati siano delle rappresentazioni perfettamente in linea con l’animus del precario tipo – Tutti i Santi Giorni di Virzì tra i più recenti. Per questo scagliarsi contro Moccia, come se fosse la mela marcia di un cinema che sta alla frutta per mancanza di investimenti decenti e mirati, oltre che per mancanza di creatività, e non soltanto per una rappresentazione poco realistica dei ragazzi moderni, è una mossa inconcludente. Dal punto di vista interpretativo, si nota in particolare l’impegno di Primo Reggiani, che si cala nel ruolo dello studente svogliato ed interessato ad altro suscitando simpatia e partecipazione.

Francesca Tiberi


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