Cos’è un libro? Si potrebbe rispondere con l’ashtag che, in queste ore, si sussegue sui social: #unlibroèunlibro. Che poi, diciamocela tutta è una considerazione lapalissiana: un libro, alla fine, è un libro e poco importa se gli infiniti universi che custodisce sono racchiusi tra pagine di carta o dentro un aggeggio diabolico (oggi li chiamano device).
In Italia ai libri si applica l’Iva agevolata al 4% poiché grazie ad decreto del 1972 – il 633 del 26 ottobre, ad essere pignoli..- prodotti legati alla diffusione della cultura.
Beh per l’UE non tutti i libri vanno assoggettati al regime fiscale perché con una direttiva del 2006 gli ebook vengono accomunati ai prodotti elettronici come videogames e software per cui l’aliquota balza a quella in uso per questi oggetti. E in Italia l’imposta sul valore aggiunto è al 22%.
Secondo l’Unione Europea il libro è un bene culturale mentre l’ebook no. Si configura una discriminazione dentro una stessa famiglia, come quando uno dei due figli è smaccatamente privilegiato mentre l’altro viene tutt’al più ignorato. Quindi l’edizione cartacea di “Delitto e castigo” te la puoi permettere mentre l’edizione digitale dello stesso identico “Delitto e castigo”- con buona pace di Dostoevskij- sarebbe più cara. O quanto meno costa molto di più agli editori che hanno indetto la campagna #unlibroèunlibro per il taglio dell’IVA al 4% sugli e-book con lo slogan “Say NO to ebook discrimination”. L’Aie, l’associazione degli editori italiani, invita i sostenitori a fotografarsi con il pollice verso – nella comune accezione dell’autoscatto detto selfie dai più fighi – per gridare il proprio dissenso ad una discriminazione così lampante.
In Italia i lettori calano , solo il 43% legge almeno un libro all’anno, a fronte di una forte crescita della vendita dei device: nel 2013 gli e-reader acquistati sono stati 2,4 milioni (+34,2%), i tablet 6,3 milioni (+65,7%) e gli smartphone 26,2 milioni (+43%).
Vogliamo veramente che i meravigliosi e infiniti universi di una storia abbiano confini così limitati? Ci possiamo permettere di escludere una fetta di appassionati di elettronica&lettura dalla lettura di buoni libri?
La protesta va in onda sui social ma anche in tutti i Festival e Saloni letterari che popolano la scena culturale italiana.







