Un'altra tappa del tour di promozione del libro "L'amore alla Fine dell'Amore" si è consumata venerdì 22 giugno a Desio (Milano), presso il poliedrico Spazio Arden (luogo del possibile).
Insieme all'amico Michel Stasi (anch'egli mediatore) abbiamo cercato di restituire alla curiosa e attenta platea, il senso più trasversale e, a mio avviso, più profondo cui rimanda il libro.
Un senso che travalica lo specifico della mediazione familiare in quanto tale, connotandola come una delle possibili discipline atte a governare gli amori quando giungono alla loro fine o, come io prediligo, affinché non giungano alla loro fine (che non significa, come ormai i lettori sapranno, non separarsi o non divorziare), per concentrare invece lo sguardo sul vero tema di fondo che il libro propone: l'amore: L'amore contemporaneo, con tutte le insidie e le opportunità che in questo blog proviamo a snocciolare settimana dopo settimana.
Perché, in fondo, questo libro, e la mediazione familiare che vi si esplicita, sono per me solo un pretesto, un modo per affrontare il vero argomento (io credo capitale) di questo nostro squarcio di secolo: il profondo mutamento delle relazioni d'amore che trova il suo epicentro nella coppia ma che si propaga in ogni relazione.
Su questa deformazione dell'amore, tanto paradossale quanto più questo sentimento viene barbaramente reclamato (e deturpato) in ognidove, dovremmo capitalizzare gli nostri sforzi di un'umanità alla deriva o, come bene dice (benedice) Edgar Morin in un' intervista del 2009: visto come va il mondo (n.d.A.) "all'umanità non resta che amarsi.".