Oggi vorrei parlarvi del genere distopico in una maniera semplice ma spero efficace, partendo dal romanzo di Lois Lowry intitolato Il messaggero, perché credo che non si sia data la giusta rilevanza a questa autrice. Il messaggero è il seguito di Gathering Blue nonché sequel di The Giver. Sicuramente qualcuno di voi ha conosciuto The giver grazie al film uscito al cinema di recente dal titolo Il mondo di Jonas, e alcuni di voi avranno associato questo film al genere distopico che ultimamente spopola tra i ragazzi (rientrano nel genere anche The divergent, Hunger Games, Maze Runner, Legend, Wool…)
- LA SAGA DE IL MONDO DI JONAS
Effettivamente la saga di Lois Lowry, purtroppo a mio parere poco conosciuta in Italia, se non fosse uscito il film avrebbe avuto ancora meno notorietà, si colloca bene nel genere distopico, di fatto ci ritroviamo in una società dove i sentimenti più genuini vengono a mancare, sopraffatti dall’egoismo, dalla cattiveria, dall’arroganza, dal desiderio di avere sempre di più di quello che si possiede, tipici dell’uomo. Accanto a questa società che lentamente si sgretola, le figure di Jonas prima, poi quella di Kira e infine quella di Matty (vero protagonista de Il messaggero), cercano di porvi un rimedio, non si lasciano trascinare dall’inarrestabile fine di tutto, ma reagiscono, con le loro forze, ricercando la genuinità, la forza delle natura, i buoni sentimenti.
Quello che allora si ravvisa nella saga inaugurata da Il mondo di Jonas è la necessità dell’autrice di far emergere i problemi a cui la nostra società sta andando incontro: la superficialità quotidiana, il disinteresse verso ciò che in realtà è alla base del nostro pianeta: la natura, gli animali, e poi l’amicizia, la solidarietà, l’amore, il rispetto. Temi trattati con grande semplicità, senza risultare banali.
- LA CRITICA AL GENERE DISTOPICO
Spesso si sente dire che il genere distopico ormai è il genere nel quale tutti gli autori fantasy che vogliono emergere si rifugiano, e poi si sente anche affermare che tra di loro, questi autori, si copiano. Alla fine, solo uno di loro sarebbe il padre, il vero creatore del genere, e tutti gli altri non sarebbero altro che degli imitatori. Ebbene, voglio contraddire chi la pensa in questo modo: il genere distopico non nasce con Hunger Games, il primo film distopico per ragazzi degli ultimi anni, ma ha radici molto più antiche (1984 di Orwell non è forse un libro distopico?), e Hunger Games non è stato copiato da Divergent, da Maze Runner né tantomento da The giver. Lo sapete che The giver è addirittura stato scritto nel 1993? Come avrebbe potuto copiare Hunger Games? E lo sapete che la saga di The giver, composta da quattro romanzi, è finita due anni fa?
In Italia questi libri sono stati tradotti molto tardi, ma ciò non giustifica il fatto di sostenere che siano delle brutte copie di altri romanzi distopici. E poi, anche se fosse che gli autori distopici si influenzano l’uno con l’altro, il genere alla fine è quello. Mi spiego meglio.Il genere distopico descrive realtà che nessuno di noi vorrebbe, dà vita a dei luoghi indesiderabili e spiacevoli, spesso resi così dagli uomini. Nel genere distopico solitamente è presente una società gerarchica, dove ci sono persone che stanno al vertice (ed esse sono sovente quelle che hanno portato la società al degrado, al decadimento), e in fondo stanno le persone più povere, quelle escluse ed emarginate, alcune delle quali tentano di andare avanti e accettano l’ordine costituito, e altre invece si oppongono allo status quo, si pongono contro chi sta al vertice. Detto questo, è evidente che questi temi siano presenti nelle saghe che ad oggi stanno spopolando tra i giovani, ci sono perché fanno parte del genere distopico. E’ come se nei gialli non ci fossero i detective o nei polizieschi non ci fossero delle vittime. E’ molto raro, no?
PERCHE’ IL SUCCESSO DEL GENERE DISTOPICO?
La domanda forse che dovrebbe sorgere a tutti noi non è quindi Ma tutti copiano Hunger Games? (Prendo d’esempio Hunger Games, ma si potrebbe anche dire Ma tutti copiano 1984 di Orwell?) ma perché questo genere sta riscuotendo oggi così tanto successo? Beh, riflettiamoci bene, a mio avviso la risposta è molto semplice. Pensiamo ai temi trattati da questo genere: la gerarchia, la suddivisione in classi, i regimi spesso ricchi a scapito dei più poveri, la violenza e la rabbia che aumentano sempre di più… Cosa vi ricorda? Forse quello che sta succedendo nella nostra società?
Questa esigenza nostra di vedere il nostro mondo rappresentato al cinema (con tutte le strategie tipiche del cinema, volte a enfatizzare, ovviamente, i sentimenti, i disastri…) unite alla volontà nostra di cambiare la società e alla impeccabilità degli effetti speciali fa il successo dei film distopici; sempre la nostra esigenza di vedere il nostro mondo rappresentato, la volontà di alcuni di cangiarlo, e la scrittura fresca, frenetica e semplice (ma soprattutto concisa, senza fronzoli, ormai abbiamo bisogno di arrivare subito al nocciolo della questione) dal ritmo serrato e adrenalitico fa il successo dei libri distopici.
Dylan Berro, autore di “Sole e Luna- Demanimae”