Uno spritz con la Fontanot è come salire le scale per andare oltre il design

Creato il 26 novembre 2014 da Alessandrapepe @AlessandraPepe

Questa storia nasce nella falegnameria dei fratelli Albini a Rimini nel 1947. Qui si lavoravano scale a pioli, erano apprezzati per lo stile e per la qualità. Così in poco più di un ventennio l’esigenza di aprirsi a un mercato più ampio ha tradotto quel sempre più apprezzato modo artigianale in procedimento industriale. Da laboratorio a fabbrica, negli anni ’70 l’azienda punta dritta alla bellezza delle forme entrando ufficialmente nel panorama dell’industrial design internazionale.

l nuovo millennio è quello della sperimentazione. I dettami granitici che volevano una scala come pezzo unico e indivisibile vengono superati per lasciare spazio al nuovo concetto di kit: facili da montare e personalizzabili. Estetica e ricerca sui materiali inaugurano un nuovo linguaggio per l’arredamento. Gli anni passano, ne passano altri venti ed è il momento di ripensare a se stessi. Brevetti geniali e nuove sfide che iniziano dal brand, da Albini & Fontanot a Fontanot, un desiderio di continuità mosso da nuova energia per rispondere con idee all’avanguardia alle esigenze moderne del vivere.

Innovazione è il mantra di questi ultimi anni. Saper innovare e saper innovarsi così Fontanot si butta in rete e abbraccia il digitale con la piattaforma ecommerce FontanotShop e tools digitali che avvicinano sempre di più i valori della marca ai suoi consumatori. Con il configuratore interattivo presente sul sito è possibile visualizzare la soluzione ideale per il proprio ambiente. La più recente collezione LaFont ci pone di fronte ad una nuova visione: la scala indescrivibile, nasce da un’idea e si modella sul gusto. Fulmine e Lastra sono due esempi che si materializzano davanti agli occhi. La prima a rampa la seconda a chiocciola.

E se questa storia inizia con i fratelli Albini sul finire degli anni ’40, la mia con Fontanot inizia in tempi assai più recenti, quando non più di qualche settimana fa, un’amica che conosce la mia passione per il design mi invita ad incontrare lei, Laura. Rappresenta l’ultima generazione in azienda, ne incarna l’evoluzione; passiamo da casa a prenderla, per poi concederci al diletto di uno spritz time e la troviamo a bere un caffè immaginate dove? Seduta sui gradini di una delle sue scale naturalmente. La mia amica aveva ragione, feeling da subito, un fiume in piena, è sul pezzo.

Inquadro immediatamente il profilo e prometto: “giuro che non sarà un’intervista domanda e risposta“. Da qui, tutta una discesa, anche se difficile mettere in ordine un flusso continuo di storie, aneddoti, visioni, frammenti. “Salgo su una scala e vado oltre il design“, esordisce così e continua “vuoi mettere una scala che sta bene nel contesto familiare?

Come darle torto. Una scala o è ferro o è legno oppure è polimero, lei voleva qualcosa di più. E l’idea di dare un tocco di glamour non ha tardato a diventare sostanza. Appassionata di design dalla nascita, la sua casa è zeppa di oggetti e complementi di tutte le epoche, crede nella forza delle idee e affida a giovani talenti la realizzazione di accessori che vestano la scala di fashion. Sceglie i designer e organizza il FontanotLab. Nel racconto di Laura Fontanot inizia una nuova storia. Incomincia da Space-Y disegnata da Valentina Downey. Chi non si è chiesto come riempire un vano o uno spazio dietro a una scala? Questo contenitore è fatto proprio per questo. Uno spicchio in legno di pioppo che risolve la vita o quantomeno le questioni di ordine domestico. Semplice, funzionale, si adatta a qualsiasi scala a chiocciola ed è personalizzabile.

Ma nella vocazione di una scala può celarsi anche quella di una libreria. Se pensiamo a una mensola, possiamo parlare di Shelf-YMarco Vantusso pensa a una soluzione suggestiva, aggiornata. La trasparenza del plexiglass sfida la vicinanza cromatica degli oggetti che la popolano. Realizzata con materiali riciclati al 100%, può essere utilizzata anche per ospitare cd e dvd.

Laura Brivio disegna Timel-y, svuotatasche in feltro che ha un piacevole effetto retrò. Grigio tweed, rosso e blu marine la gamma di colori, gli ultimi due in PET riciclato. Fatto per chi la scala la vive è utile per raccogliere quei piccoli oggetti che non si sa dove mettere quando si rtentra a casa con le mani in trappola fra mazzi di chiavi, occhiali, headphones, protafogli e taccuini. Regolarmente scaraventati da qualche parte e la mattina dopo…

A Giulia Meloncelli il compito di pensare all’appendiabiti. Et voilà Trul-y, quattro elementi mobili in legno di recupero riciclabile al 100%. Essenzialità, eleganza e funzionalità, un oggetto utile anche come appoggio per borse che può anche essere montato a muro.

Senza quasi rendercene conto il tempo passa, si fa una certa, gli spritz vanno giù che è un piacere e nello storytelling di Laura c’è un’altra cosa che mi colpisce. Per lei sostenibilità e rispetto ambientale sono questioni legate alla nostra realtà. Il crescente bisogno di salvaguardare il pianeta alimenta un processo culturale che trova legittimità e si afferma seguendo le dinamiche evolutive di una società globalizzata. Mi dice: “Risparmio di energia, riciclo, riuso? Per mio papà era normalità” e io penso, fosse stato così per tanti…

Funk design, torna la prossima settimana


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