Che ne dite di una copia dello Sputnik rappresentata in un quadro di fine Cinquecento? Di certo Ventura Salimbeni, autore dell’opera che vedete qui sopra a inizio articolo, non poteva immaginare che ben 350 anni più tardi i sovietici avrebbero realizzato qualcosa di molto simile al bizzarro oggetto da lui dipinto ne L’esaltazione dell’Eucarestia, che potete vedere nella chiesa di S.Pietro a Montalcino.
Il bello è che le due antenne dello “Sputnik” vengono toccate da Gesù e da Dio, nel particolare del quadro che rappresenta la Trinità. Questa singolarità è stata notata fin sul finire degli anni ’60. Gli ufologi e i cospirazionisti di mezzo mondo hanno sottolineato che i dettagli misteriosi del dipinto non riguardano solo le antenne, bensì anche la lente di una telecamera situata in basso a sinistra, sul misterioso globo.
Secondo alcuni studiosi di arte ortodossa, l’oggetto in questione sarebbe in realtà un globo celeste, icona rara ma non introvabile, caratteristica di alcuni paesi dell’Est europeo. Qui sotto ve ne riporto un esempio tra i tanti. Le similitudini ci sono, tuttavia lo Sputnik di Montalcino, è inutile negarlo, ha dei tratti distintivi ben differenti e assai particolari. Il ricercatore rumeno Ion Hobana pare però aver risolto almeno il mistero della “telecamera”. Non si tratterebbe d’altro se non della rappresentazione della Luna, in rotazione attorno alla Terra, secondo la Teoria Tolemaica. In effetti nella parte superiore del globo si nota anche il Sole, a sua volta subordinato alla centralità terrestre nell’universo.
Poi, va da sé, ciascuno è libero di trarre le proprie conclusioni. Il campo dell’arte sacra è piena di presunti quadri in cui sarebbero raffigurati dischi volanti, alieni o razzi. Se poi li si esamina con una certa cognizione di causa si scopre però che ci sono quasi sempre spiegazioni ben più che razionali a tali dettagli “weird” che fanno andare in brodo di giuggiole gli ufologi.
Poi però ci sono casi più strani di testimonianze storico/artistiche riguardanti i nostri fratelli d’oltrespazio. Come per esempio quello del presunto “attacco alieno” di Genova del 1608, la cui cronaca è riportata sia in un’illustrazione dell’epoca, sia negli annali storici della vicina città di Nizza.
“Ai primi d’Agosto del 1608” – si legge nel testo – “avvennero due grandi prodigi: la pioggia di sangue caduta su Nizza ed altre località costiere (della Provenza) e l’apparizione in cielo di due uomini, duellanti più volte tra loro. Questi ultimi sono stati osservati per tre giorni, con grande stupore, sull’isola di Martigues, a cinque leghe da Marsiglia.
I prodigi, che ci sono apparsi, sono senza dubbio opera di messaggeri celesti, che preannunciano future disgrazie e ci invitano a correre ai ripari, mediante preghiere e digiuno, al fine di placare l’ira di Dio, che ogni giorno offendiamo. Perfino gli antichi romani, non appena scorgevano presagi celesti, facevano sacrifici agli dei per placarne la collera. E noi che siamo cristiani (e quindi allevati in una migliore scuola), dobbiamo pentirci e supplicare umilmente l’Onnipotente affinché perdoni i nostri errori e affinché i castighi, preparati dalla giustizia divina, siano allontanati dalla Santa Misericordia.”
Ma questa è un’altra storia.
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