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Uno studio sperimenterà il trapianto di cellule staminali su dei feti

Creato il 22 ottobre 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

A partire da gennaio 2016 in Svezia partirà il primo studio clinico che sperimenterà il trapianto di cellule staminali fetali su feti che si trovano ancora nella pancia della mamma per trattare l’osteogenesi imperfetta, una patologia delle ossa ancora incurabile.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

Si tratterà del primo studio che prevederà l’infusione di cellule staminali fetali in bambini nel grembo materno: la sperimentazione vedrà coinvolti due strutture europee: in Svezia il Karolinska Institute e nel Regno Unito il Great Ormond Street Hospital di Londra.

Il trapianto dovrebbe servire a limitare i sintomi dell’osteogenesi imperfetta, una patologia di cui è affetto circa un neonato ogni 25mila. I bambini che nascono con questa malattia presentano fin da subito fratture multiple o altamente invalidanti e soffrono di problemi di udito, di denti fragili in generale di sviluppo. Questa patologia ha la sua origine in alcune anomalie nel Dna del feto durante la fase di sviluppo. Intervengono infatti specifiche mutazioni genetiche che ostacolo le istruzioni per lo sviluppo della proteina Collagene 1, fondamentale per la formazione e la salvaguardia di ossa, cartilagini e tendini e per la salute dei denti e della pelle.

La ricerca internazionale si pone l’obiettivo di verficare se le cellule staminali fetali trapiantate siano in grado di dare le giuste istruzioni affinché le ossa possano sviluppare nel modo corretto. Lo scopo è dunque quello di controllare se all’interno dell’utero il trattamento basato sulle cellule staminali possa portare dei miglioramenti alla condizione di salute, sanando anche delle fratture.

La sperimentazione prevede che una tipologia di cellule staminali che potrebbe influenzare la condizione di ossa, cartilagini e muscoli sia trapiantata nei feti nella pancia della mamma e successivamente dopo il parto. Un campione di 15 bambini malati si sottoporrà al trapianto solo dopo la nascita. Gli studiosi potranno così comparare la presenza di fratture nei bambini trattati prima della nascita e quelli trattati solo dopo la nascita per verificare l’efficacia effettiva del trattamento.

Fonte: AGI


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