Uomini al fronte
Creato il 23 maggio 2012 da Tnepd
A
nche se molti non se ne sono accorti, la società civile è attaccata su più fronti. Ad attaccarci sono gli stessi che convocano i giornalisti sparsi nel teatro delle operazioni belliche per comunicare loro le veline che dovranno riportare in patria, a beneficio degli utenti. Come disse quel generale, la prima vittima di una guerra è la verità e le menzogne propinateci giornalmente dai mass-media si moltiplicano a dismisura. Una via l’altra. La popolazione è vittima, carnefice, obiettivo militare, classe di schiavi ottusi e strumento di reciproca, indifferenziata e diffusa oppressione, nello stesso tempo.Sta capitando come a Genova sul lungomare, nel luglio 2001, con i lacrimogeni che ci arrivavano da terra, dall’aria e dal mare, rispettivamente dagli sbirri appiedati, dagli elicotteri militari e dai motoscafi della polizia. Solo che al momento attuale ancora non tutti se ne sono accorti. E’ per questo che anche in Friuli, per la prima volta, sabato 26 maggio si terrà una conferenza pubblica sulle scie chimiche, ed è questo un modo per far aprire gli occhi alla gente, in modo che i “lacrimogeni” che giungono dal cielo facciamo migliore effetto.Ne ho parlato con il presidente del gruppo politico che ha organizzato l’incontro ed è stata una sorpresa per me scoprire che nella mia regione ci sono ancora fermenti di speranza, accompagnati dalla volontà di reagire a questo attuale stato di inerme sudditanza.Claudio Boaro, 57 anni di Gonars, artigiano fumista, nel 2006 fondò il “Front Furlan” insieme ad altre tre persone, ma fu solo un
paio d’anni più tardi che venne a sapere dell’esistenza delle scie chimiche. Dal nome sembrerebbe avere qualche parentela politica con il Fronte della Gioventù, il cui slogan più conosciuto era “Fare fronte”, ma non è così. Il Front Furlan c’entra con il fascismo quanto l’A.L.F. (Fronte per la Liberazione degli Animali).E allora perché un nome così bellicoso?Perché vogliamo fare fronte alla situazione d’emergenza in cui lo Stato italiano ha trascinato la gente. Siamo un gruppo che per il 20% si occupa di cultura e per il restante 80% dei problemi delle persone.Ho notato, dai volantini che mi hai portato, che vi occupate anche di Equitalia. Anche Casa Pound se ne occupa attivamente. E’ un caso?Sì, non abbiamo preconcetti contro nessuno perché riteniamo che per risolvere i problemi della gente sia necessario mettere da parte le ideologie. Il prossimo martedì 29 terremo una manifestazione a Udine davanti agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, in occasione della visita in Friuli del presidente Napolitano. Se quelli di Casa Pound vorranno partecipare saranno i benvenuti. Noi
non vogliamo essere un fronte contro qualcosa o qualcuno, ma vogliamo fronteggiare l’emergenza sociale che si sta presentando. In questo caso, però, i nostri cartelli saranno contro l’attuale classe politica parassitaria.Sfondate una porta aperta e mi sembra un modo per attirare consensi.Sarà, ma a giudicare dall’epidemia di suicidi fra gli imprenditori del nord est, mi sembra che le tasse e i balzelli da rendere più accettabili siano un obiettivo primario. Noi finora siamo sempre stati rispettati, perché siamo sempre stati rispettosi delle leggi. Non abbiamo mai avuto querele e delle nostre manifestazioni e dei volantinaggi diamo regolarmente avviso alla questura.Vedo, sempre dai vostri volantini, che vi occupate anche di signoraggio, TAV, pensioni, stipendi esagerati dei politici, trattato di Lisbona e che siete contro i centri commerciali.Sì, cerchiamo di occuparci delle questioni di casa nostra, ma con un occhio al territorio nazionale. I centri commerciali della francese Auchan, per esempio, non pagano le tasse in Italia e in Friuli abbiamo parlamentari come Roberto Menia, che da giovane era picchiatore fascista, che prende uno stipendio annuo di 164.000 euro. Oppure, un Isidoro Gottardo che, anche se non è stato un picchiatore fascista, prende 204.000 euro all’anno.L’ho conosciuto quando era sindaco di Sacile. Ero andato a parlargli della Sagra dei Osei, ovviamente.Ecco, a fronte delle migliaia di pensionati che fanno la fila alla Caritas o che vanno a rovistare nei mercati ortofrutticoli, dopo l’orario di chiusura, ci sembra che queste cifre siano semplicemente scandalose.Sono perfettamente d’accordo! E del trattato di Lisbona cosa mi dici?Che oltre ad introdurre la pena di morte, renderà illegale manifestare dissenso contro l’Unione Europea e quindi tutte le spinte
autonomiste saranno spazzate via. Nessuno avrà più il coraggio di avanzare rivendicazioni per un Friuli Libero o un Veneto Stato o una Val D’Aosta indipendente. Una qualsiasi pacifica dimostrazione sarà interpretata come sommossa o insurrezione e gli esponenti più in vista potrebbero essere condannati a morte. E’ uno scenario che al solo pensarci fa rabbrividire.Come darti torto! Vogliono unire l’Europa a tutti i costi, per adempiere a un vecchio progetto massonico.Questo non lo so, ma so che ci verranno tolte le libertà di espressione e dissenso di cui abbiamo goduto finora.Ti manca solo il passaggio successivo. Riuscire a vedere la regia che sta dietro tutto questo. Ma dimmi ora qualcosa della Lega Nord.All’inizio l’abbiamo appoggiata e insieme a Radio Onde Furlane abbiamo mandato Pietro Fontanini in parlamento, finché anche lui è diventato un furbacchione scalda poltrone come tutti quanti. Sembra che ci sia come una maledizione: una volta messo piede a Roma si trasformano in odiosi parassiti.Si sa che il potere corrompe.Noi credevamo di essere immuni. E invece, anche la Lega Nord è finita nel tritacarne. Anzi, la Lega Nord è finita del tutto.Non si è trattato di un attacco pianificato da parte dei poteri forti, attuato mediante la magistratura?No, l’unico sbaglio che hanno fatto è stato quello di venir meno ai propri propositi che prevedevano due mandati e poi a casa, per tutti. Si sono lasciati tentare dal potere e si sono ripresentati alle elezioni più di due volte.I Verdi, ai miei tempi, parlavano di un mandato soltanto.No, uno non basta. Ce ne vuole uno per capire i meccanismi della politica e un secondo per agire di conseguenza. La Lega Nord non ha avuto il coraggio di rinnovarsi e andare ad investire in Tanzania è stato il massimo dell’infamia, dopo tutti i discorsi localistici per cui avevano preso voti.
Dimmi qualcosa del prossimo convegno di Palmanova sulle scie chimiche.
Inizierà alle 16.00 presso il Meeting Point San Marco, in Via Scamozzi 5, nella città stellata. E’ una sala comunale data in gestione a privati e l’affitto ci costerà 240 euro, lo stesso prezzo di quando abbiamo invitato a parlare Eugenio Benetazzo. Ci sono trecento posti e prevediamo il pienone. I relatori saranno Domenico Azzone, maresciallo dell’aviazione esperto in meteorologia; Giorgio Pattera, biologo e ufologo; Raffaele Cavaliere, psicologo e scrittore, nonché, per teleconferenza da San Remo, il massimo esperto del settore, Rosario Marcianò. L’ingresso è libero.In un testo giunto nelle mie mani, il signor Cavaliere dice in sostanza che al male che ci viene fatto tramite le scie chimiche non dobbiamo reagire con altrettanto male, cioè non dobbiamo opporre la violenza alla violenza. A parte il fatto che con aerei che volano a 4.000 metri d’altezza c’è poco da opporre violenza, a meno di non avere un RPG, non ti sembra che questo ragionamento evangelico faccia gl’interessi dei criminali che ci stanno avvelenando?Anch’io non sono molto d’accordo con l’idea di porgere l’altra guancia, ma d’altra parte l’unica vera arma in nostro possesso è l’informazione, perché solo quando la maggior parte delle persone si accorgerà del problema, si potrà sperare di fermare questa criminale operazione. E’ una corsa contro il tempo perché pare che uno degli effetti di tali irrorazioni sia quello di istupidire la gente e quindi più aspettiamo e più facciamo il loro gioco.Dobbiamo informare, informare e informare, per far aprire gli occhi alla gente e contrastare le menzogne diffuse dai giornalisti di regime.Anche qui mi trovi del tutto d’accordo. E allora, vediamo sabato 26 se riuscirete a riempire la sala. Incrociamo le dita!Un sincero grazie, Claudio, per la tua disponibilità. Alla prossima.
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