ROMA – A quanto pare non influenza solo l’umore. Secondo uno studio danese la dieta può intromettersi anche nella fertilità maschile. Un’alimentazione troppo ricca di grassi saturi sembra addirittura capace di danneggiare la qualità del seme, sia la concentrazione spermatica (numero di spermatozoi presenti in un millilitro di eiaculato) sia la conta degli spermatozoi che considera oltre che il loro numero anche la loro morfologia e motilità.
Lo studio è stato pubblicato sul American Journal of Clinical Nutrition, da Tina Jensen del Rigshospitalet di Copenhagen.
È recente la scoperta (su un campione di maschi che si erano rivolti a centri per la sterilità) che l’alimentazione può influenzare la qualità del seme, evidenziando i benefici effetti di diete ricche di frutta e cereali integrali. Ma finora nessuno studio aveva indagato il nesso tra dieta e qualità del seme in maschi giovani e sani che erano stati semplicemente sottoposti a un check up di routine (per il servizio militare) e in particolare tra consumo di grassi e qualità spermatica. È emerso che coloro che consumavano pochi grassi saturi (che si trovano soprattutto in carne e formaggi) – meno dell’11,2% del loro introito calorico totale quotidiano – avevano una concentrazione di 50 milioni per millilitro di eiaculato e una conta totale di circa 163 milioni di spermatozoi. Mentre i coetanei che consumavano molti grassi saturi (oltre il 15% del loro introito calorico totale giornaliero) avevano una concentrazione non superiore a 45 milioni per millilitro e una conta totale di 128 milioni di spermatozoi.
Resta ora da capire come i grassi saturi mandano in fumo la qualità del seme e se una dieta che ne limiti il consumo possa migliorare la qualità del seme di un individuo.