Su Il Foglio.it una breve considerazione di Massimo Bordin, uno tra i migliori cronisti di giudiziaria di tutti i tempi e già direttore di Radio Radicale, a proposito della requisitoria del Pm Paci al processo in corso a Trapani in Corte d’assise sul delitto Rostagno:
Bordin Line
16 aprile 2014 – “Di fronte alla Corte d’assise di Trapani il processo per l’omicidio di Mauro Rostagno è ormai alle ultime battute. Il pm Gaetano Paci della Dda palermitana ha iniziato la sua requisitoria, dopo che l’ultima parte del dibattimento era stata dedicata a una battaglia fra periti dell’accusa e della difesa dei due mafiosi che siedono sul banco degli imputati, uno come mandante e l’altro come esecutore insieme ad altri rimasti sconosciuti. I due si sono avvalsi della perizia dell’ex comandante del Ris Garofano che ha cercato di sminuire l’attendibilità di una perizia che inchioda, come bene ha scritto Adriano Sofri su Repubblica, l’esecutore materiale del delitto. C’è stato un solo giornale che ha offerto ai propri lettori un’altra versione. Il delitto Rostagno resta un mistero, questo stava nel titolo. Nell’articolo si scriveva che “nel processo non c’è nessuna ‘prova regina’” e che “l’ex asso del Ris Garofano smonta la prova del Dna sul presunto killer”. State pensando a un oscuro gazzettino dell’entroterra trapanese edito da qualche losco personaggio? Vi sbagliate. Si tratta del Fatto quotidiano del 15 marzo, quando ci fu l’udienza in cui si esibì Garofano. Evidentemente al Fatto preferiscono gli ex carabinieri del Ris a quelli del Ros. Ma soprattutto pensano che la condanna di chi ha ucciso Rostagno sia un dettaglio o come dicono loro un “segmento”. Perché?“
di Massimo Bordin