Sono sempre stata inappetente. Direi fin da neonata. Situazione poi decisamente peggiorata con la nascita di Federica, la sorella di 22 mesi più giovane. A un anno lei mangiava piatti di maccheroni brandendo la forchetta con maestria e vigore mentre io cincischiavo distratta dinnanzi all'anemico - come il mio colorito - piatto di stelline in brodo. Del resto all'argomento "cibo" - prima di imparare a leggere ed essere così rapita per ore intere da libri, riviste, volumi pesantissimi dell'enciclopedia, anche la carta igienica se mai qualcuno si fosse messo in testa di stamparla - preferivo di gran lunga l'argomento "allestimento sala da pranzo".
Non riuscivo a capire perchè non si poteva mangiare sempre in sala da pranzo, in quella stanza dal pavimento lucidissimo e che odorava di cera, dalle tende sempre candide e con i candelabri luccicanti che io amavo di un amore spasmodico. Il tavolo lunghissimo in cristallo - ovviamente dal basso della mia altezza - e le eleganti e tornite sedie nere, la tovaglia bianca e rigida per l'amido ma sempre così sinuosa nelle pieghe laterali. Le grandi posate, che uscivano dai cassetti avvolte in panni prottetivi, come luccicanti, piccoli tesori e i bicchieri sbalzati, leggerissimi.E invece mi facevano mangiare in cucina, seduta sopra una sedia dotata di odiosi cuscini a fiori, accanto a un seggiolone abitato da un parente rumoroso, sopportato per pura educazione. Ergo, non mangiavo :)
Poi ho imparato a conoscere il cibo, moooooolti anni dopo, e con esso l'affascinante aspetto creativo che amavo del rito dell'allestimento della tavola nel sceglierlo, manipolarlo, cucinarlo e finalmente assaporarlo.L'amore per la cucina credo sia iniziato così: finalmente la possibilità di rendere manifesta quella creatività che naturalmente fa parte di ognuno di noi ma che viene soffocata dai "doveri" e dai tempi della quotidianità. L'amore per il cibo mi ha portato a respirare con la pancia, ad inebriarmi dei sapori, a riscoprire i colori...e detto da una dark lady è molto di più di una confessione.
Uova in cocotte con cipolla di Tropea e timo limone
Ingredienti (per cocotte)
1 cipolle di Tropea igp, 1 uovo, timo limone resco, pepe di voatsiperifery, sale, olio evo, vino bianco seccoProcedimentoIn una casseruola in ghisa Staub rosolare in un filo d'olio le cipolle tagliate finemente e farle appassire per qualche minuto, unire un po' di vino bianco secco, farlo evaporare, unire il timo, regolare di sale e pepe e cucinare coperto a fuoco basso per 5'.Mettere in ogni mini cocotte in gres un filo d'olio, un paio di cucchiai di cipolle brasate, sgusciare un uovo intero, un pizzico di sale ed una macinata di pepe e mettere nel forno caldo a 180° per circa 8'-10': l'albume deve risultare bianco e il tuorlo deve essere parzialmente cotto.Decorare con un rametto di timo limone e servire le minicocotte calde.