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“Urbino, Nebraska” – Alessio Torino

Creato il 04 novembre 2013 da Temperamente

urbino nebraskaUrbino, Nebraska. Già dal titolo si sente la pienezza dei contenuti e una certa rotondità sintattica che volge il suo sguardo a una prosa definita e limpida. Il terzo romanzo di Alessio Torino, edito dalla casa editrice Minimun Fax, riconferma l’autore urbinate come uno degli scrittori più interessanti del panomara editoriale italiano.

E’ forte il legame con Volponi, con la sua dialettica e il suo immaginario. Proseguendo sulla strada inaugurata da Volponi, Torino sposta la città di Urbino al centro del romanzo e al centro delle vite dei suoi personaggi, così caparbiamente in balia degli eventi da essere trascinati, talvolta, al di fuori delle mura di Urbino per poi ritornare di nuovo in quella città che sembra, anzi è, il centro del mondo.

Zena, la protagonista del primo racconto, osserva la sua città come fosse una studentessa fuori sede. E’ bel personaggio, pieno di contraddizioni ma anche pieno di emotività. Il lettore la segue all’università con amiche che non si dimostrano tali e Marco, un amico, invece, speciale, qualcuno su cui Zena può contare, col quale il confine tra amore e amicizia, in certe circostanze, sfuma senza mai definirsi in una forma o nell’altra. E’ indicativo il rapporto con il padre, lo scarto generazionale, quello che lei vorrebbe contro quello che lui invece sogna per la figlia. La riconciliazione, silenziosa, sembra sfiorarli senza mai esplicitarsi in qualcosa di concreto.

Il secondo racconto è lieve e sublime, anche qui i desideri di un giovane che vuole diventare prete si scontrano (o incontrano, in alcuni casi) con le volontà dei suoi famigliari e degli amici. Il lettore incontra nuovamente alcuni dei personaggi che, nel primo racconto, si sono stagliati sullo sfondo come semplici comparse (Dorina, Esster e Bianca). E si avverte una certa consistenza, un valore nuovo che acquistano proseguendo nella lettura.

Mattia Volponi è forse l’unico personaggio che è riuscito realmente a lasciare Urbino e questa forza (pur sempre effimera e ancorata a una personalità fragile) sancisce una rottura fra il terzo racconto e i precedenti. Eppure la vita riporta Mattia Volponi di nuovo tra quelle mura. Un viaggio rimandato, sofferto, agognato, vissuto come un momento per ripensare al passato nell’ottica della sua maturità.

La delicatezza del quarto racconto chiude il romanzo con magistrale sapienza. In un qualche modo i pezzi del mosaico ritornano al loro posto e con la morte del nonno di Federico, il piccolo protagonista di questo ultimo racconto, anche Ester e Bianca (le giovani trovate morte alla Fortezza di Albornoz per overdose) ritrovano la giusta collocazione in una storia da sempre sfumata e dai contorni poco definiti.

Quattro racconti, una molteplicità indefinita di anime che si incontrano, si scontrano, alcune si sfiorano appena, altre cozzano tra loro. Una lingua asciutta, pulita, senza sbavature, che segna un percorso all’interno del quale vi sono infinite possibilità, una lingua che si riconcilia con i classici e con la musica, un certo tipo di musica, in particolare Nebraska, di Springsteen, che Zena ascolta una sera umida, carica di vino e ripensamenti a casa di Marco. E quella musica ha la giusta dose di armonica per un libro che mantiene calda la nostalgia delle sue pagine.

Sara Durantini

Alessi Torino, Urbino, Nebraska, Minimum Fax, 2013, € 14.00


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