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Usa, aspirina nell’elenco dei farmaci anti-tumore

Creato il 24 settembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Gli Stati Uniti inseriscono l’aspirina nell’elenco delle armi anti-tumore. La classica dose giornaliera è raccomandata per ridurre l’incidenza del cancro al colon del 35%.

Negli Usa sono convinti che una dose giornaliera di aspirina possa ridurre l’incidenza e la mortalità per una serie di tumori, tanto da inserire l’anti-infiammatorio nell’elenco dei farmaci anti-tumore. Secondo un panel di esperti americani infatti, l’aspirinetta (come viene comunemente chiamata la piccola dose quotidiana, inferiore ai 100 milligrammi) è indicata anche per chi è esposto a maggior pericolo di cancro al colon. Per avere un effetto preventivo però, bisogna assumere la dose giornaliera per almeno 10 anni. La prescrizione di aspirina in chiave preventiva per i disturbi cardiaci è già comune in tutto il mondo, finora pero’ nessuno Stato aveva mai deciso di inserire ufficialmente questa indicazione anche in chiave-anticancro come ha fatto l’America.

Nel corso degli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche erano giunte alla conclusione che l’uso regolare della cardio-aspirina diminuirebbe le probabilità di ammalarsi di varie forme di cancro (primo fra tutti quello del colon retto) e abbasserebbe la mortalità nei pazienti già colpiti da neoplasia, riducendo anche il rischio di sviluppare metastasi. La ricerca più recente è quella pubblicata sulla rivista specializzata “Annals of Oncology”. L’indagine, condotta in Gran Bretagna, ha osservato che 10 anni di uso continuato di aspirina riducono l’incidenza dei tumori del colon del 35%, e dell’esofago e stomaco del 30%. Nel Report Usa, la task force statunitense ne suggerisce l’assunzione anche per la prevenzione di infarto e ictus, sottolineando che i pro della cura sovrasterebbero i contro, soprattutto nelle persone tra i 50 e i 69 anni già a rischio di malattie cardiovascolari. Le raccomandazioni escludono invece le fasce d’età più giovani (sotto i 50 anni) o più anziane (sopra i 70, quando i rischi di sanguinamento sono maggiori).

Tuttavia occorre valutare attentamente i pro e i contro. L’aspirina è un potente antinfiammatorio e come tale può essere considerato un buon agente nella prevenzione di quelle forme di cancro che iniziano a svilupparsi da un’infiammazione cronica, a cui si deve, sul lungo periodo, la trasformazione neoplastica delle cellule. Se i potenziali vantaggi sono chiari, il dibattito resta aperto sui possibili aspetti sfavorevoli: quali sono i possibili rischi a cui si va incontro assumendo la cardio-aspirina ogni giorno? Secondo Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom):

«Le principali problematiche legate all’uso dell’aspirina sono legate al rischio di sanguinamento, in particolare gastrico. Ed è quanto emerge anche dalle più recenti analisi fatte dagli esperti Usa. Per questo si devono valutare con grande attenzione benefici e possibili effetti collaterali di una terapia preventiva con questo farmaco».

Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Regina, spiega:

«In pazienti recidivi consolida l’effetto “benefico” della chemioterapia, in più c’è un ottimo rapporto costo-beneficio all’uso del farmaco. Anche considerando le principali problematiche dell’aspirina, legate al rischio di sanguinamento, in particolare gastrico, il rapporto risulta sempre a favore dell’uso dell’aspirina, anche rispetto agli effetti collaterali che dà la chemioterapia».

S.C.

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