Al via le primarie in casa democratica. Hilary scende in campo per il terzo mandato dei Clinton. Con il sostegno di Obama e del marito è lei la super favorita per sfidare i repubblicani nel 2016.
I Clinton come gli Underwood?
Marito e moglie entrambi presidenti della prima potenza del globo: non uno scenario da fiction ma ormai una prospettiva più che realistica.
Hilary c’è, in campo ufficialmente con un tweet rilanciato più di 30mila volte nei primi secondi e con uno spot pubblicitario in cui si presenta come “il campione di cui l’America ha bisogno”. Nel video lanciato ieri dalle tv americane, un collage ben studiato di immagini dell’America “normale”, famiglie della middle class, operai al lavoro, tante donne e bambini, una coppia gay (segno dell’attenzione che vuole riservare ai diritti civili ) e solo alla fine il volto sorridente della bionda Hilary.
Vedremo nei prossimi mesi se il vessillo dei Clinton, in perfetto stile House of Cards, tornerà a sventolare sulla White House. E dopo quella dei Kennedy e dei Bush, avrà inizio la dinastia dei Clinton.
La candidatura di Hilary Clinton alle primarie
Dopo il primo presidente afroamericano, l’America potrebbe, dunque, avere anche il primo presidente donna della sua storia. A lanciare la sfida è Hilary Clinton, ex segretario di Stato della prima amministrazione Obama e moglie di Bill, probabilmente il presidente più di successo degli ultimi 50 anni di storia americana.
Ufficialmente in campo per la nomination nel campo democratico, l’ex first lady ha già messo in moto la sua imponente macchina di raccolta di finanziamenti (15 i milioni di dollari già racimolati) e sta adesso arruolando quanti più sostenitori di peso possibili per sostenere la sua candidatura alle presidenziali del novembre 2016. L’obiettivo finale è assicurare ai Democrats, per le terza volta consecutiva, il controllo della residenza presidenziale più potente del mondo, dopo che il Congresso è finito nelle mani dei rivali dell’Elefante.
Ma prima ci sarà da sbaragliare la concorrenza interna al partito dell’Asinello. Tra i possibili avversari della Clinton figurano l’attuale vice di Obama, il 72enne Joe Biden, Elizabeth Warren senatrice del Massachussetts, sostenuta dall’ala sinistra del partito e Martin O’Malley,52enne che incarna l’anima più liberal dei democratici. Sulla carta non ci dovrebbe essere partita con la Clinton super-favorita per conquistare la leadership e sfidare i repubblicani nella battaglia finale. Tuttavia, un minimo di prudenza nel quartier generale della famiglia Clinton ancora permane: anche nel 2008 Hilary pareva non avere rivali e venne invece sconfitta dall’astro nascente di Obama. Proprio dal presidente in carica, però, è arrivato un endorsement pesante e convinto. “Hillary sarebbe una presidente eccellente”, ha dichiarato senza troppi giri di parole il primo Commander in chief nero degli Stati Uniti, subito dopo l’annuncio della discesa in campo della moglie di Bill.
Le primarie dei democratici si terranno a inizio 2016 e cominceranno da Iowa e New Hampshire, per interessare via via tutti gli altri stati della Federazione.
Il curriculum di Hilary
Hilary Clinton Photo credit: kakissel / Foter / CC BY
Hilary Diane Rodham ( questo il suo nome prima delle nozze con Bill), laurea con pieni voti in scienze politiche, specializzazione alla prestigiosissima Yale Law School e con una carriera di avvocato alle spalle, iniziò a coltivare la passione per la politica proprio ai tempi del college, interessandosi in special modo di questioni legate agli abusi sui minori e fornendo un servizio di assistenza legale gratuito alle persone povere. Sempre a Yale conobbe il futuro quarantaduesimo presidente americano e da lì in poi la sua storia si sarebbe sviluppata all’ombra del marito (prima governatore dell’Arkansas dal 1979 al 1981 e dal 1983 al 1992 e poi inquilino della Casa Bianca dal 1993 al 2001).
Segretaria di Stato dal 2008 al 2012 durante il primo mandato presidenziale di Barack Obama, e senatrice dello stato di New York dal 2001 al 2009, Hilary è stata tra le first lady più attive nella storia delle presidenze americane, non limitandosi al ruolo cerimoniale di accompagnatrice delle uscite pubbliche del marito ma prendendo posizioni nette e coraggiose su temi sensibili come i diritti civili, la famiglia e la politica estera.
Sconfitta alle primarie democratiche del 2008 dal ciclone Obama, la Clinton non ha mai fatto mancare il proprio appoggio al presidente in carica, di cui adesso si presenta come la naturale erede nelle scelte di politica economica e, nel sempre cruciale per i destini americani, campo della politica estera e militare.
La strategia elettorale
Un focus particolare nella strategia comunicativa della candidata dem sarà sicuramente riservato alle donne e al loro ruolo nella società americana. Obiettivo prioritario è quello di rafforzare il sistema di tutela delle donne, soprattutto nella legislazione del lavoro per arrivare ad una reale parità dei diritti tra i sessi. Ma un’uguaglianza sostanziale delle opportunità la Clinton la vuole perseguire anche in politica, in un paese in cui solo il 20% dei membri del Congresso è donna, mentre i posti chiave dell’Amministrazione federale continuano ad essere appannaggio degli uomini. Al centro della piattaforma programmatica per vincere primarie prima, e presidenziali dopo, ci saranno però i temi economici. E qui il modello di riferimento sarà proprio l’esperienza dei due mandati del marito Bill.
Il quasi decennio (1993-2001) di guida Clinton è stato, infatti, tra i più prosperosi per l’economia a stelle e strisce con tassi di occupazione al minimo e crescita del Pil sostenuta.
In politica estera, Hilary, forte della sua esperienza come capo della diplomazia americana, vorrà consolidare i progressi ottenuti negli ultimi mesi dal presidente Obama, nell’opera di disgelo con l’Iran e nella storica svolta rappresentata dal riavvio delle relazioni diplomatiche e commerciali con Cuba.
Sul fronte opposto del partito repubblicano, sono intanto partite le prime bordate verso il fortino dei Clinton e dei democratici. Con il contro-spot “Stop Hilary”, i repubblicani hanno lanciato accuse riguardanti la vicenda dell’account di posta elettronica privata che ha usato quando era segretario di Stato e dei fondi destinati alla sua fondazione provenienti dall’Arabia Saudita, paese in cui la donna è ancora vittima di pesanti discriminazioni. Un po’ poco, per il momento, per tentare di arrestare la corsa della potente coppia Clinton verso la Casa Bianca.
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