Una delle questioni fondamentali nel contesto del problema del centro storico montegranarese è legata allo stato di abbandono in cui versano molti immobili disseminati lungo le vecchie strade del castello. Si badi bene che è “una delle questioni” e non “la questione”, in quanto la soluzione passa attraverso una progettualità ad ampio raggio che veda un’azione in direzione del recupero urbanistico ma anche sociale e culturale. Certo è, però, che non si può pensare ad un rilancio del paese vecchio senza prevedere un recupero strutturale e immobiliare.
La presenza di numerosissimi stabili puntellati rappresenta un serio ostacolo a qualsiasi iniziativa volta a recuperare il centro sia da un punto di vista di vivibilità che squisitamente economico. È difficile auspicare l’investimento immobiliare privato quando il contesto è così compromesso. Per questo i proprietari dei fabbricati oggetto in passato di ordinanze dirette alla messa in sicurezza degli stessi e oggi puntellati o protetti da ponteggi vanno coinvolti anche in maniera forzosa nel processo di recupero.
Da lungo tempo propongo, e oggi ripropongo, una soluzione semplice che potrebbe essere efficace: agire sull’applicazione rigida della TOSAP per indurre i proprietari di tali stabili ad intervenire. Se è vero, infatti, che sono pochi gli strumenti in mano all’ente pubblico per obbligare l’intestatario di una casa fatiscente ad intervenire sulla stessa, la presenza di ponteggi nel lungo periodo può portare alla richiesta di pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico per l’intera durata dello stesso. Tale tassa potrebbe costituire, nella maggior parte dei casi, un importo consistente. Si potrebbe, quindi, subordinare l’abbuono del pagamento della tassa all’intervento di recupero dell’edificio o, in alternativa, alla cessione dello stesso a costo zero alla comunità che lo ristrutturerebbe o, nel caso esso non costituisca alcun interesse di rilevanza storica o architettonica, lo potrebbe abbattere.
Ostacolo a questa procedura potrebbe, però, essere il fatto che uno dei proprietari di stabili fatiscenti è il Comune stesso. Mancherebbe quindi, se non l’autorità giuridica ad intervenire, quella morale quando, ad esempio, lo stesso Municipio risulta parzialmente inagibile. Il Comune dovrebbe, quindi, prima provvedere al recupero di quanto di sua pertinenza e poi intervenire sul privato. Viste le dichiarazioni di impotenza economica lette ultimamente sulla stampa la questione pare difficile da risolvere.
Luca Craia