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Utilità parte 2 di 2

Creato il 02 gennaio 2010 da Gato
Entriamo più nel dettaglio ora, parlando dell'utilità durante lo spostamento propriamente detto.
Come ho accennato nel post precedente, deve essere ben chiaro quale è il fine dello spostamento se si vuole ragionare in maniera precisa (quantomeno pertinente, via) sull'efficienza delle tecniche. Inoltre la tipologia di ambiente nel quale ci si sposta e il grado di conoscenza dello stesso, influenzeranno non poco la scelta dei movimenti.
Ecco quali saranno i parametri (ovviamente ho dovuto schematizzare). Ambiente conosciuto o sconosciuto. Tipi di spostamento: inseguimento/fuga, spostamento rapido/medie distanze, lunghe distanze/esplorazione, spostamento furtivo. Gruppi di tecniche: Corsa/marcia, arrampicata/wallrun, salti orizzontali/di precisione, salti verticali/roll, tic-tac, vault.
Rimangono escluse alcune tecniche come i cat, le planche, il turnvalut e l'equilibrio in quanto le considero facenti parte di altre tecniche (la planche, per esempio è solo la chiusura di un wallrun, così come il turnvault è l'attacco di un salto verticale). Altre escluse sono il nuoto (!?) e il laché, per la loro trattazione ostica.
Grado di conoscenza dell'ambiente
  1. ambiente sconosciuto*spostamento rapido: le combinazioni come vault+cat, vault+precision diventano inutilizzabili, in quanto non si ha il tempo di calcolare le distanze. Un insapettato aiuto lo riceviamo, in città, da alcune standardizzazioni.. Infatti la distanza tra due corrimano in generale è uguale a Milano come in Ungheria, cosa che può tornare utile. Diventa fondamentale la rapidità di calcolo e l'applicazione dei nostri limiti ai vari problemi.
  2. ambiente conosciuto: nel proprio ambiente si può azzardare di tutto, tentando di confondere l'inseguitore in una situazione di fuga o sprecando parecchia energia in un vault che sappiamo essere particolarmente utile in una situazione di spostamento spedito.
Tipo di spostamento
  1. fuga/inseguimento: grande utilità possono avere movimenti di virata rapida come i tic-tac. In generale quando si scappa o si insegue l'unica cosa che conta è la velocità, a discapito totale della resistenza, quindi saranno molto utili anche i vault. Probabilmente lo spostamento durante una fuga è l'espressione più alta del parkour, tutte le tecniche sono applicabili e possono fare la differenza.
  2. spostamento rapido/medie distanze: qui, al contrario, movimenti come i vault e i tic-tac, diventano controproducenti (date una leggiucchiata qui, se non ci credete ;)) mentre i salti e i wallrun possono tornare molto utili, facendoci risparmiare sforzi maggiori.
  3. lunghe distanze/esplorazione: a questo livello la tecnica cessa di essere importante e diventano molto più utili altre qualità come il senso dell'orientamento, le capacità di sopravvivenza, la propria intelligenza sociale e la pianificazione (credo che scriverò un post interamente dedicato al parkour trans-continentale nei prossimi mesi)
  4. spostamento furtivo: in questa tipologia di spostamento non conta molto la portata delle tecniche (quanto lontano salto) quanto, piuttosto, la padronanza delle stesse: diventa importante eseguire ogni tecnica con il massimo controllo per essere silenziosi. Tuttavia sarà soprattutto la capacità di visualizzare dei percorsi nascosti o inusuali ad essere importante.
Tipo di ambiente
  1. ambiente naturale: teniamo presente che praticamente non esistono piani ortogonali, quindi tutte le tecniche di precisione perdono importanza in favore di una certa elasticità. In realtà tutti i "confini" delle tecniche sfumano. Ovviamente gli ambienti naturali sono i più disparati, conseguentemente la scelta tecnica sarà diversa: dalla parete rocciosa alla giungla.
  2. ambiente urbano: consente un approccio più schematico, l'applicazione di tecniche a determinate situazioni.

    Rileggendo il tutto mi sembra una massa caotica di informazioni pressapochiste.. non molto meglio di tutte le altre volte che si è parlato di efficienza nel parkour. Spero si apprezzi il tentativo di entrare un po' nel dettaglio. L'obiettivo rimane quello di promuovere la riflessione, certo non di svelare qualcosa.

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