Va tutto bene è lo spettacolo nato da un’idea di Stefano Cordella scritto e diretto dalla giovane compagnia Òyes, giovane compagnia di attori formatisi all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Dal 14 al 20 ottobre è stato in scena allo Spazio Tertulliano, riscuotendo un buon numero di pubblico – ed è sempre bello vedere un piccolo teatro pieno anche in settimana.
Una famiglia disastrata come tante altre: una madre completamente inghiottita dalla tv spazzatura, un figlio debole che si rifugia nei ritornelli rap per sembrare più forte, un padre spumeggiante alle prese con la solita crisi di mezza età. E i problemi che si acuiscono molto di più quando ci sono di mezzo le feste, compleanni o fine anno. Il momento di tirar le somme, guardar in faccia i propri guai e cercare una soluzione – anche tardiva – oppure scappare – magari ai Tropici, al mare, oppure, perché no, a Parigi? L’importante è avere un angelo al proprio fianco… Questo il modo di fare di Ruggero, che con una bionda s’allontana da ciò che di brutto ha prodotto nella sua vita e non riesce ad aggiustare. D’altro canto, le paure schiacciano le persone, così c’è chi rischia di restare intrappolato nella propria stanzetta, a sognare una vita che non avrà mai, e chi resta ingabbiato davanti al proprio schermo, a lasciarsi vivere guardando le vite degli altri.
Sembrerebbe una triste rappresentazione dell’attuale, mentre invece Va tutto bene non è affatto così, anzi: il testo ha il merito di essere ironico e sagace ed avere al cune battute e trovate davvero spiritose. Senza colpi di scena o effetti speciali, gli intepreti/autori criticano la società in cui viviamo, abbondando anche nei cliché e stereotipi, senza risultare stolti o banali. A questo si aggiunge a supporto l’ottima interpretazione degli attori, che offrono una buonissima prova, soprattutto per quanto riguarda l’impacciato Attilio/Fabio Zulli e l’alienatissima Annamaria/Alice Redini, che raggiunge l’apice nel suo exploit sclerotico. Un plauso anche alla regia musicale, che rilascia delle chicche durante la messinscena.
Tanto più le cose sembrano prendere una piega sbagliata, tanto più forte ci si ripete il mantra “Va tutto bene, va tutto bene”, sperando che funzioni. Beh, qualche volta è anche così, qualche altra bisogna toccare il fondo per riuscire a risalire.