AldoBusi appartiene a quella schiera di scrittori che ama confondersi con personaggi che crea.
Teatrale, estremo, eccessivo, Busi riesce sempre, e attraverso i mezzi più disparati, a far parlare di sé.
E’ sorprendete quindi vederlo alla libreria Rizzoli Galleria di Milano in piedi, senza microfono, a dialogare con i lettori.
E’ successo martedì 31 marzo, in occasione della presentazione di Vacche Amiche. Autobiografia non autorizzata, edita Marsilio.
Niente presentazioni, niente smancerie tra scrittori, ma solo un “IO”, Busi, con i suoi libri e le sue parole. Agli occhi dei lettori, quelli che le sue parole le hanno lette e rilette perché hanno rivelato mondi e opportunità nascoste, dichiarazioni come:
Non hanno fatto tanto effetto.
A commuovere e a stupire infatti sono stati i brani tratti dal suo nuovo romanzo e quei sogni che lo svegliano in piena notte, che ha provato a far interpretare i suoi lettori.Busi è un vero e proprio artigiano della parola. La scelta di termini, sfumature e le stesse costruzioni delle frasi, celano una raffinatezza che una volta colta non smette mai di sorprenderci. Un brano, una frase o una parola uscita dalla penna di Busi, infatti, possono essere lette e rilette sempre con occhi nuovi e intenzioni diverse.
Vacche Amiche, lavoro arrivato a pochi anni dalla pubblicazione dell’Especialista di Barcellona, racconta "un viaggio che riconduce al punto di partenza, secondo un percorso circolare nel quale nulla accade perché tutto è già accaduto e non resta che prendere atto della verità così come la scrittura la riconosce, la indaga e la costringe a uscire allo scoperto, attraverso lo smascheramento spietato dell'imperfetta menzogna coltivata per tutta una vita da personaggi della piccola, media e grande borghesia, ordinari incantatori che vorrebbero sottrarsi e restare misteriosi ma finiscono per venire centrifugati in questo potente caleidoscopio delle umane vanità, cui non sfugge nemmeno chi ne scrive per chiamarsene fuori”.
Un autore che, nonostante tutto, bisogna leggere e provare, anche se solo per un momento, a capire.
Alla prossima
Diana