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Vade retro gay

Da Silvanascricci @silvanascricci

“Non darei la comunione a Vendola perchè ostenta la sua condizione perversa e malata di omosessuale praticante.
A questa gente come lui, un gran furbacchione, che specula sulla sua presunta vicinanza alla chiesa, i vescovi e i sacerdoti sappiano dare un bel calcio nel sedere”.
“Se muore un gay certamente me ne dolgo e prego per lui, ma non posso celebrare una messa funebre per la sempliissima ragione che è morto senza pentimento, senza cambio di vita e da pubblico peccatore, pietra di scandalo”

Così parlò Vincenzo Franco, vescovo di Otranto.

State attenti ad alcuni punti di questo edificante discorso: “presunta vicinanza alla chiesa”, evidentemente il monsignore sa e conosce perfettamente, se pur da lontano seppure senza aver mai dialogato con Vendola, la sua anima, i suoi pensieri, i suoi sentimenti; “se muore un gay me ne dolgo”, cioè sì un poco mi dispiace ma è pur sempre uno di meno sulla faccia della terra; “pubblico peccatore, pietra dello scandalo”, fallo di nascosto, non dirlo a nessuno ed io, che pur sono gran conoscitore della tua anima e anche se conosco il tuo peccato, la comunione te la faccio fare lo stesso.

Si potrebbe osare un: “da che pulpito viene la predica…”, sì perchè in fondo questo monsignore, anche se magari non lui personalmente, appartiene ad una congrega in cui i gay pullulano e, cosa ben abberrante, ben frequentata da pedofili.

I quali (pedofili) non solo hanno ricevuto e ricevono la comunione ma l’hanno somministrata e la somministrano ai fedeli; questi commettono tutti i santissimi giorni, oltre al reato di pedofilia, il peccato sublime dell’ipocrisia.

Non hanno mai denunciato i preti che, per anni ed anni, hanno abusato di minori, e continuano a non denunciarli, ma si permettono di giudicare i comportamenti di Vendola come il male assoluto.

Non hanno aperto bocca sui comportamenti, certamente non aderenti alle norme cattoliche, del premier lasciandogli fare la comunione millanta volte, non hanno avuto nulla da ridire sul reiterato peccato del rubare pervicacemente commesso da questa classe dirigente ma a Vendola no, a Vendola non si deve perdonare nulla, a lui e a tutti quelli come lui nulla deve essere perdonato.

Trovo bizzarra questa doppia morale, a scartamento ridotto per alcuni, inflessibile e dura per altri.

Il diritto canonico, a cui fa appello il monsignore, è appunto diritto umano e non precetto divino, e come tale emendabile.

Questa chiesa talebana ed asservita al potere mi schifa e mi spaventa.

Sia presto aperta la caccia alle streghe e fiocchino le scomuniche.

Sto aspettando e, per natura, non sono paziente.

Foto:wikipedia

File:Vendola, Nichi - al Pride di Roma 16-6-2007 - Foto Giovanni Dall'Orto2.jpg


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