In attesa che la nuova proposta di legge diventi vigente, ecco un sostanziale Vademecum su come comportarsi in caso di mobbing:
Cosa bisogna assolutamente fare se sei vittima di un mobbing
- non perdersi d’animo e non sottovalutare la problematica emergente, tenendo un diario dei fatti accaduti ed in accadimento (importantissima la memoria storica e la precisa ricostruzione dei fatti, dalle minacce verbali alle minacce fisiche, dalle vessazioni psicologiche provenienti da qualunque livello (orizzontale e verticale) agli interventi amministrativi e burocratici, dalle lettere di richiamo ricevute alle privazioni di attrezzature necessarie allo svolgimento del proprio lavoro…)
- valutare spassionatamente se in qualche modo si è personalmente corresponsabili del conflitto ed intervenire a rimediare secondo necessità; con estrema onestà occorre svolgere verso se stessi la parte del diavolo prima che sia qualcun altro a farlo nei nostri confronti (stiamo per iniziare un’impresa complessa e travagliata e bisogna sapere di essere nel giusto, non semplicemente sperarlo). Per la stessa ragione non bisogna nascondere eventuali corresponsabilità all’avvocato che sarà chiamato a difenderci (non serve nascondere nulla, sempre meglio essere totalmente sinceri)
- chiedere aiuto parlandone in famiglia o/e con gli amici
- chiedere aiuto parlandone con il proprio sindacato di fiducia
- chiedere aiuto parlandone con il proprio medico di fiducia che può indirizzare presso medici specialisti che possono intervenire con terapie di sostegno e di pronto intervento immediato, non vergognandoci di sentirci in una condizione di svuotamento e di annichilimento che ci fa sentire improvvisamente diversi, come altre persone, smarriti, senza forze reattive normali/ Predisporre le visite specialistiche solo presso la Clinica del lavoro che ha tre sedi in Italia (Milano, Pisa e Napoli)
- valutare se è possibile recuperare la situazione all’interno dell’ambiente lavorativo chiedendo aiuto a qualche collega disposto a sostenerci
- in caso di assenza totale di sostegno interno (come spesso accade di fronte al mobbing) e dunque di fronte all’inevitabilità della malattia, occorre affidarsi per lo specifico ad un medico specialista nella medicina del lavoro (mai un medico generico)
- valutare con il medico di fiducia, ossia con il medico di primo intervento, se è necessaria la tempestiva assenza dal lavoro per tutelare la propria salute (prevenire ogni genere di peggioramento in questo caso è la priorità assoluta)
- valutare se è necessaria l’assistenza di un avvocato personale di fiducia competente in materia di mobbing che si prenda carico della denuncia
- di fronte all’inevitabilità della denuncia occorre tutelarsi attraverso la disponibilità di colleghi di lavoro a testimoniare i
Cosabisogna assolutamente non fare se sei vittima di un mobbing
- scoraggiarsi ed intimorirsi pensando che si è inadeguati a quello che ci sta accadendo (è importante conservare la lucidità e in caso di forti tensioni sottrarsi immediatamente allo stress lavorativo)
- nascondersi eventuali corresponsabilità nel conflitto in atto che comunque verrebbero rese note da altri
- chiudersi ed isolarsi peggiorando il proprio stato psicologico già precario
- evitare di parlarne, di confrontarsi con persone amiche che ci possono aiutare (famiglia, sindacato, medico, amici) , vergognandoci di quello che ci sta capitando come se fossimo noi i colpevoli
- trascurare qualunque possibilità risolutiva sensata e accettabile che potrebbe evitare la relativa denuncia, MA ANCHE illuderci che tutto può essere rimediato appellandoci al senso della ragione e del buon senso (il meglio sarebbe riuscire ad interrompere il mobbing prima che degeneri ma purtroppo per rendere questo possibile bisogna essere sempre in due e bisogna che il senso della ragione fosse presente in entrambe le parti chiamate in causa; quando accade un mobbing è perché il senso della ragione nell’ambiente lavorativo è stato di fatto gravemente smarrito)
- trascurare le possibili alleanze all’interno dell’ambiente lavorativo che possono aiutarci a raccogliere informazioni utili alla nostra difesa, riuscendo in tal modo a ricostruire una realtà lavorativa il più possibile fedele ai fatti accaduti
- affidarsi solo ad un medico generico non competente in materia di medicina del lavoro (non basta il medico di fiducia, ci vuole lo specialista che può valutare se abbiamo bisogno anche dell’assunzione di psicofarmaci)
- continuare ad andare a lavorare se non si è in grado di sostenere la tensione e peggiorando il proprio stato di salute e di disequilibrio già precario
- chiedere il trasferimento se lo viviamo come un ennesimo torto che ci verrebbe indirettamente imposto/ non chiederlo se si è arrivati ad un punto di non tolleranza
- scoraggiarsi ed avere atteggiamenti di chiusura che ci possono precludere o alienare lo spirito di solidarietà delle persone che possono sinceramente e preziosamente aiutarci (il mobbing per essere dimostrato/sostenuto necessita sostanzialmente di tre cose: un buon avvocato, utili ed indiscutibili testimonianze e certificati medici competenti)