Magazine Lavoro

Vademecum anti mobbing

Da Dallomoantonella

In attesa che la nuova proposta di legge diventi  vigente,  ecco un sostanziale Vademecum su come  comportarsi in caso di mobbing:

Cosa bisogna assolutamente fare  se sei vittima di un mobbing

  1. non perdersi d’animo  e non sottovalutare  la problematica  emergente,  tenendo un diario dei fatti accaduti ed  in accadimento  (importantissima la memoria storica e la precisa  ricostruzione dei fatti, dalle minacce verbali alle minacce fisiche, dalle vessazioni psicologiche  provenienti da qualunque livello (orizzontale e verticale)  agli interventi  amministrativi e burocratici,  dalle lettere di richiamo ricevute alle privazioni  di  attrezzature  necessarie allo svolgimento del proprio lavoro…)
  2. valutare  spassionatamente se in qualche modo  si è personalmente corresponsabili del conflitto  ed intervenire a rimediare  secondo necessità;  con estrema  onestà occorre svolgere  verso se stessi  la parte del diavolo prima che sia qualcun altro  a  farlo nei nostri  confronti (stiamo per iniziare un’impresa complessa e travagliata e  bisogna sapere di essere nel giusto, non semplicemente  sperarlo). Per la stessa ragione non bisogna nascondere  eventuali  corresponsabilità  all’avvocato  che sarà chiamato  a difenderci (non serve nascondere nulla, sempre meglio essere   totalmente sinceri)
  3. chiedere aiuto parlandone in famiglia o/e con gli amici
  4. chiedere aiuto parlandone con il proprio sindacato di fiducia
  5. chiedere aiuto parlandone con il proprio medico di fiducia  che può indirizzare presso medici specialisti che possono intervenire con terapie di sostegno e di pronto intervento immediato,  non  vergognandoci  di sentirci in una condizione di  svuotamento e di annichilimento che ci fa sentire improvvisamente diversi, come altre persone, smarriti, senza forze reattive normali/ Predisporre  le visite specialistiche  solo presso la Clinica del lavoro che ha tre sedi in Italia (Milano, Pisa e Napoli)
  6. valutare se è possibile  recuperare la situazione all’interno dell’ambiente lavorativo  chiedendo aiuto a qualche collega disposto a sostenerci
  7. in caso di assenza totale  di  sostegno interno (come spesso accade di fronte al mobbing)  e dunque di fronte all’inevitabilità della malattia, occorre  affidarsi  per lo specifico  ad un medico  specialista nella medicina del lavoro  (mai un medico generico)
  8. valutare con il medico  di fiducia, ossia con il medico di primo intervento,  se è necessaria la tempestiva assenza dal lavoro per tutelare la propria salute (prevenire ogni genere di peggioramento  in questo caso è la priorità assoluta)
  9. valutare se è necessaria l’assistenza di un avvocato  personale di fiducia competente in materia di mobbing   che  si prenda  carico  della  denuncia
  10. di fronte all’inevitabilità della denuncia  occorre  tutelarsi  attraverso  la disponibilità di colleghi di lavoro   a testimoniare  i

 

Cosabisogna assolutamente non fare se sei vittima di un mobbing

  1. scoraggiarsi ed intimorirsi  pensando che si è inadeguati a quello che ci sta accadendo (è importante  conservare la lucidità  e in caso di forti tensioni sottrarsi immediatamente allo stress  lavorativo)
  2.  nascondersi  eventuali  corresponsabilità  nel conflitto in atto  che comunque verrebbero rese note da  altri
  3. chiudersi  ed isolarsi  peggiorando il proprio stato psicologico  già precario
  4. evitare di parlarne, di confrontarsi con persone  amiche  che ci possono aiutare (famiglia, sindacato, medico, amici) , vergognandoci  di quello che ci sta capitando come se  fossimo noi i colpevoli
  5. trascurare qualunque possibilità risolutiva  sensata e  accettabile che potrebbe  evitare  la relativa denuncia, MA ANCHE    illuderci  che tutto può essere rimediato  appellandoci  al senso della ragione e del buon senso (il meglio sarebbe  riuscire ad interrompere il mobbing  prima che degeneri  ma purtroppo  per rendere questo possibile   bisogna essere sempre in due e bisogna che il senso della ragione  fosse  presente in entrambe le parti  chiamate in causa; quando accade un mobbing è perché il senso della ragione nell’ambiente lavorativo  è stato di fatto  gravemente smarrito)
  6. trascurare  le possibili alleanze  all’interno dell’ambiente lavorativo  che possono aiutarci a raccogliere informazioni utili alla nostra difesa,  riuscendo in tal modo a ricostruire una realtà lavorativa il più possibile fedele ai fatti accaduti
  7. affidarsi  solo ad un medico generico  non competente in materia di medicina del lavoro  (non basta il medico di fiducia, ci vuole lo specialista che può valutare se abbiamo bisogno anche dell’assunzione di psicofarmaci)
  8. continuare ad andare a lavorare  se non si è in grado  di sostenere  la tensione e peggiorando il proprio stato di salute e di disequilibrio già precario
  9. chiedere il trasferimento  se lo viviamo come un ennesimo torto che ci verrebbe indirettamente imposto/   non chiederlo  se si è arrivati ad un punto di non tolleranza
  10. scoraggiarsi  ed avere atteggiamenti di chiusura   che ci possono precludere o alienare  lo spirito di solidarietà delle persone  che possono  sinceramente e preziosamente  aiutarci (il mobbing  per essere dimostrato/sostenuto  necessita  sostanzialmente di  tre  cose:  un buon avvocato, utili ed indiscutibili  testimonianze  e   certificati medici  competenti)

 


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