Per fortuna adesso sappiamo che Berlusconi fa il premier a tempo perso, perché tutto faceva pensare che svolgesse il suo compito di distruzione del Paese con una solerzia encomiabile. E’ dal ’93 che la sua presenza è stata devastante in ogni senso, fomentando storture e vizi di una classe dirigente avida e mediocre che già si era palesata col craxismo. Ma adesso sappiamo che tutto è accaduto per distrazione tra un amplesso mercenario e un altro. E’ una consolazione.
La situazione è talmente penosa e ridicola che aggiungerci ulteriore ironia è tempo sprecato. Piuttosto è meglio cominciare a riordinare la memoria, caso mai qualcuno, sotto qualsiasi sigla, volesse continuare sulla stessa strada, e continuare a rotolare lunga la china del declino e dell’iniquità che il berlusconismo ha reso molto più ripida che altrove.
- Dal 1983 al 2009 i salari hanno perso il 9 % di reddito che sono andati in maggiori profitti i quali nello stesso periodo sono saliti dal 23% al 32% del totale
- Dal 1991 ad oggi la somma di salari e stipendi è crollato del 13% rispetto al Pil
- Le buste paga italiane sono oggi del 32% inferiori alla media di quelle dell’Europa a 15 e sono 23° posto fra i 30 Paesi Ocse.
- La quota di mercato globale dell’Italia è scesa dal 5% dell’ 1989 al 3% di oggi
- L’ incremento di produttività è stato nullo dal 2000 al 2008
- Tra il 1999 e il 2009 la crescita complessiva è stata del 5,5% contro il 13,4 dell’area euro.
- La dimensione media delle aziende è di 3,9 addetti contro i 5,3% della Spagna, i 5,8 della Francia, gli 11,1 della Gran Bretagna e i 13,3% della Germania.
- L’80% del reddito dichiarato è prodotto da lavoratori dipendenti e pensionati e pari all’85% delle tasse riscosse dallo Stato. L’evasione p calcolata in 270 miliardi di euro l’anno.
- Gli investimenti delle grandi imprese nel settore immobiliare sono aumentati del 104, 3% dal 2000 al 2009, mentre nello stesso periodo gli investimenti in macchinari sono cresciuti del 13, 4%, commisurati all’inflazione che nel periodo è stata del 21,1% sono addirittura diminuiti.
- Il numero di lavoratori precari è aumentato dai 975.000 del 1994 ai 3.757.000di oggi di cui 948.000 non più occupati.
- Il deficit della bilancia commerciale è arrivato al 3,2% del Pil
- Il Pil è calato nel 2009 del 5,2%, la diminuzione più altra fra i primi dodici Paesi del mondo ed successivamente riaumentato per una cifra che ad oggi non arriva al 2%, la metà della crescita media della zona euro. Così la produzione industriale è tornata ai livelli del 1988, i consumi al livello del 1999 e il reddito pro capite a quella della metà degli anni ’90.
E’ stata dura, ma il premier ce l’ha fatta nella sua battaglia contro il tempo: tutto è tornato a come quando è sceso in campo. Il Paese è il suo ritratto di Dorian Gray