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VADER/ VESANIA @Fabryka, Cracovia, 20.09.2014

Creato il 01 ottobre 2014 da Cicciorusso

vader

Dunque, premetto che una o due foto le faccio pure io ai concerti, col mio sfigatissimo telefonino. Magari, se mi gira, filmo pure l’esecuzione di un brano. Ma se c’è una cosa che mi salire gli istinti omicidi è vedere un branco di sfigati con le braccia alzate per un’ora e mezza. Voi pensate che stiano facendo le cornine per rendere giusto tributo a Belzebù? Macché, cari confratelli del metallo. Manco per il cazzo. Filmano con i loro costosi apparecchietti di ultima generazione. A parte l’istinto che ti condurrebbe a farglieli mangiare, che altro dire? Che sono delle teste di cazzo che preferiscono vedersi un concerto attraverso lo schermino del loro smart/iPhone piuttosto che assaporare le sensazioni di una serata che probabilmente non si ripeterà? Oppure che sono un branco di coglioni che ha come missione quella di rompere le palle a chi vuole gustarsi un bel concerto?

Ora che ho finito con lo sfogo iniziale, voglio comunque precisare che questa umanità inutile non è riuscita a rovinarmi una serata che già si prevedeva appetitosa dopo l’annuncio del tutto esaurito sulla pagina facebook del locale. E infatti la sala è strapiena.

Arrivo mentre si stanno esibendo i Vesania, band polacca dedita ad un dark/doom/black/sticazzi con atmosfere da gotico pipparolo. Non proprio la mia tazza di tè. Gli riconosco invero una certa perizia tecnica, e lo strano arredamento del palco per la loro esibizione mi incuriosisce. Il tastierista ha installato il proprio strumento all’interno di una vecchia libreria in legno. Ma i costumi di scena proprio non si possono vedere. Appena mi faccio strada (assai difficoltosamente) all’interno della sala mi colpisce subito il frontman, tale Orion, omone dalla stazza notevole, il quale si fregia di un look alla Tura Satana veramente orribile. Guardo un po’ più a destra e c’e’ Heinrich, il bassista, che infatti ha una maschera da scheletro e indossa un berretto delle SS. Ridicolo. Gli altri figuri presenti sono pure truccati ma devo dire che sanno il fatto loro. Il batterista e’ bravo, e la consueta ottima acustica del luogo ne evidenzia la perizia, tra blastbeat precisissimi e doppia cassa che non perde un colpo. I temi, come suggerito dalla scenografia, sembrano tendere al filosofico/occulto. Anche se non è decisamente roba per me, ammetto la qualità dell’offerta.

La massa si riversa al bar, levandosi dai coglioni e permettendomi di prendere posto più vicino al palco, dove tra mezz’ora saliranno i Vader, indiscussi idoli locali. L’importanza della band di Olsztyn non ha bisogno di essere sottolineata, credo. E la loro fama di tritacarne da palco mi lascia ben sperare.

Il pubblico impazzisce quando il buon vecchio Peter (al secolo Piotr Wiwczarek) sale sul palco con i suoi. Giocano in casa, e si vede. Inizia lo show, con tanto di effetti pirotecnici, compreso un “barbecue” che si accende di tanto in tanto a mo’ di fiamme infernali sullo sfondo del palco. Al centro volano persone oltre le transenne. Dalla mia parte solo sfigati col cellulare in mano tutto il tempo. Ne spingo via bruscamente uno particolarmente rompicoglioni con le braccia poggiate sopra la mia testa. Vaffanculo. Meglio la carneficina della “fossa” centrale, ma muoversi non è facile per via della massa impressionante di gente intorno a me.

Vader-Vesania-Poland-tour-2014
I pezzi sono di una brutalità unica. Devo ammettere che mi sento più a mio agio con i primi album, ma pure quelli più recenti non scherzano. I pezzi da Welcome to the Morbid Reich stendono con la loro pesantezza. Come and See My Sacrifice, cosi’ come tutti gli altri numeri, è eseguita con una perizia tecnica sbalorditiva. I suoni, come per i Vesania, sono per-fet-ti. Mostruosi.

La loro carriera è lunga, ma la scaletta è piuttosto eterogenea. Pescano anche da Sothis. A metà esibizione tirano pure fuori le fontane di scintille da sparare dalla paletta dei loro strumenti. Uno show in piena regola che esalta il pubblico di casa che contento urla “napierdalać, napierdalać! ”, esclamazione che si può tradurre come uno “spacca tutto” un po’ più colorito. Unica pecca, secondo me, è che dal leggendario The Ultimate Incantation è stata eseguita solo Dark Age. Ma forse il pubblico di qua li ha visti tante di quelle volte che ad ogni esibizione si aspetta di sentire più pezzi nuovi dal vivo. È pienamente comprensibile. E infatti da Tibi et Igni ne vengono eseguiti diversi, tra cui Abandon All Hope, Go to Hell, Triumph of Death, Hexenkessel e The End. Spaccano anche questi, non c’è nulla da dire.

Proprio sul finale mi piove un iPhone addosso da non so dove. Qualche sfigato che se l’è perso mentre finiva di filmare l’intero concerto, probabilmente. Volutamente lo calcio via in mezzo alla folla e spero che non lo ritrovi mai più. Ancora vaffanculo. Però la serata è andata alla grandissima. I nostri ringraziano il numerosissimo pubblico intervenuto e lanciano plettri e bacchette. La Polonia è terreno fertilissimo per il metal estremo e ancora una volta ne ho avuto la conferma. Kurwa mac e in culo ai “film-makers”!



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