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Vado a scuola, un film sul coraggio dei piccoli

Creato il 02 ottobre 2013 da Diletti Riletti @DilettieRiletti
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Per la nostra generazione e per le seguenti -diciamo dagli anni ’60 in poi- andare a scuola è stato tutto tranne che un’avventura: spesso una comoda abitudine su quattro ruote, al limite un tragitto insonnolito e svogliato su mezzi pubblici (più o meno comodi).

L’abitudine al comfort ci impedisce di cogliere l’indubbia fortuna di avere una scuola dietro l’angolo o comunque non troppo lontano. Questo film ci porta invece a riconsiderare il tutto con occhi meno viziati dal benessere: in buona parte del mondo il percorso fino ad un edificio scolastico è una vera e propria avventura, irta di ostacoli di ogni genere.

Pascal Plisson in Vado a scuola fa vivere le peripezie quotidiane di bambini determinati a raggiungere un luogo di studio: piccoli uomini, piccole donne che accettano ogni sfida per andare a scuola e così tentare di cambiare “semplicemente” la loro vita, sfuggendo ad un destino di povertà e ignoranza.

Zahira scende con due compagne dalle montagne del Marocco fino a valle attraverso un cammino tortuoso e pieno di rischi, mentre in Kenya  Jackson attraversa la savana –quella con i leoni veri- per trenta chilometri; Samuel, in India, percorre otto chilometri di strade sconnesse sulla sua sedia a rotelle spinto dai suoi due fratellini; Carlito e la sorella minore attraversano le lande della Patagonia per più di venticinque chilometri.

Lo fareste voi? Lo farei io? Da quando ho visto il film mi chiedo quanto del coraggio e della fede di questi bambini avrei al loro posto.

Nonostante racconti una realtà problematica, tuttavia, Vado a scuola resta uno spettacolo: toccante, ricco di avventure e, certo, molto emozionante. Ovviamente ne suggerisco la visione a tutti i ragazzi, ad insegnanti e scolaresche, ma ancor più ai genitori: magari smetteremo almeno un po’ di lamentarci del traffico mattutino quando accompagniamo i nostri figli a pochi metri da casa.


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