Va bene l’istanza intimista, probabilmente esorcizzante per la regista, ma il risultato globale è congelato, previa vaticinazione si centra l’obiettivo opposto: la contro-empatia, non la si vivequesta video-confessione, nemmeno durante le conversazioni con l’amica del cuore o con la madre (e sorvoliamo sul puzzo artificioso delle diatribe col marito davanti alla camera o del padre che “proprio ora” confida un vecchio segreto alla figlia) che appaiono posticce, piatte, troppo troppo sedute, ad esclusione del dialogo con il poliziotto in cui viene ricostruita a parole la cronistoria della violenza, Cederstam passa buona parte del film a stupirsi di come dal giorno del fattaccio a oggi abbia dimenticato a mo’ di meccanismo di difesa dettagli e situazioni della vicenda, come se lo spettatore fosse obbligato a stupirsi anch’esso di fronte alla più famosa funzione di rimozione psicologica. Oltre a qualche finestrella paesaggistica, magari retaggio della principale professione della Cederstam, non c’è nient’altro degno d’attenzione.
Va bene l’istanza intimista, probabilmente esorcizzante per la regista, ma il risultato globale è congelato, previa vaticinazione si centra l’obiettivo opposto: la contro-empatia, non la si vivequesta video-confessione, nemmeno durante le conversazioni con l’amica del cuore o con la madre (e sorvoliamo sul puzzo artificioso delle diatribe col marito davanti alla camera o del padre che “proprio ora” confida un vecchio segreto alla figlia) che appaiono posticce, piatte, troppo troppo sedute, ad esclusione del dialogo con il poliziotto in cui viene ricostruita a parole la cronistoria della violenza, Cederstam passa buona parte del film a stupirsi di come dal giorno del fattaccio a oggi abbia dimenticato a mo’ di meccanismo di difesa dettagli e situazioni della vicenda, come se lo spettatore fosse obbligato a stupirsi anch’esso di fronte alla più famosa funzione di rimozione psicologica. Oltre a qualche finestrella paesaggistica, magari retaggio della principale professione della Cederstam, non c’è nient’altro degno d’attenzione.
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