Valeria Eva Rossi

Alcune volte il mondo della moda si incontra con realtà opposte, e nella maggior parte dei casi ci sono professionisti, che appartengono ad un determinato settore, che amano fuoriuscire da quello immergendosi in una realtà che va oltre il loro operato comune. Come nel caso della designer che sto per presentarvi. Si è laureata in Architettura a Firenze con una tesi di ricerca sul degrado e restauro del marmo bianco, lei è Valeria Eva Rossi, un architect e designer, ideatrice e creatrice del brand Pietraquadra Stone Jewels.

 L’architettura è stata sempre la sua vocazione, ma ciò che le interessa maggiormente è il processo creativo, sia che si tratti di concepire un edificio, un oggetto o un gioiello, nelle cui forme ritrova comunque una parallelismo con la sua idea di un’architettura minimalista, ma femminile. Così Valeria Eva Rossi, architetto per vocazione, ha deciso di creare e realizzare una svariata gamma di gioielli.

Per i suoi gioielli ha scelto la pietra come componente principale. 

“Ho scelto la pietra perchè la considero una materia straordinaria, e in particolare il marmo.  La volontà di trasformare il marmo in un gioiello è il desiderio di riconoscergli una speciale preziosità legata, oltre al valore di mercato e al potenziale estetico, al suo valore emozionale e sensoriale che deriva dalla sua stessa natura e che si esplica a prescindere dalla scala dell’opera, anzi, questo particolare potenziale viene accresciuto dal rapporto più personale che si crea con un oggetto che indossiamo, piuttosto che con qualsiasi altro oggetto.”

E’ così che la mia passione per la pietra, approda nel 2011 al design del gioiello e nasce Pietraquadra. 

Pietraquadra è una passione e una sfida, quindi un’attività molto affascinante, ma anche molto complessa, che la designer vuole portare avanti parallelamente al suo lavoro di architetto. ha ricevuto un riconoscimento importante durante la MARMOMACC 2012, Fiera Internazionale di Marmo, Design e Tecnologie, a Verona, con l’intervento “A different stone. Il marmo come gioiello” in cui ha esposto il suo lavoro. Evento organizzato dall’ Associazione Nazionale Le Donne del Marmo, di è membro.

Il marmo diviene la materia prima per una sua nuova idea di gioiello, un gioiello che ogni volta è un oggetto unico, un oggetto di design e di accurato lavoro artigianale. Solitamente quando si pensa al marmo si è abituati ad accostarlo ad un materiale pesante, duro, freddo, per astrazione possiamo dire quasi “maschile”, legato a grandi opere, alla scultura e all’architettura, più che ad oggetti di design, e ancor meno al gioiello, contraddistinto da altri attributi. Valeria Eva Rossi con questo progetto vuole dimostrare come questa materia possa essere utilizzata e apprezzata in una forma diversa e particolare, quasi come se si trasformasse in qualcosa d’altro da ciò che nell’immaginario collettivo si è abituati a definire marmo.

Così, intenzionalmente e in prima battuta, la designer si è rivolta alle donne, portatrici sane di sensibilità ed emozioni, che indossano i gioielli in marmo, e che daranno inizio a questa piccola rivoluzione che porterà a vedere e sentire il marmo al di là della sua immagine codificata e ad esplorarne altri modi di utilizzo. 

“Ho affrontato questo progetto abbandonando ogni riserva, cercando di capire limiti e possibilità del materiale marmo, in particolare per ottenere quelle caratteristiche di leggerezza, portabilità e una sorta di morbidezza che sono proprie di un gioiello, tutte qualità in apparente contrasto con la durezza connaturata a questo materiale. L’intento era di conseguire delle “tridimensionalità lievi”, (tridimensionalità perché il materiale è di per sé tridimensionale e tale deve rimanere, lievi perché la leggerezza è una caratteristica fondamentale di un gioiello), di grande impatto visivo e percettivo.“

In altre parole, Valeria Eva Rossi, voleva creare delle piccole sculture che fossero piacevoli alla vista e al tatto, ed avessero un disegno semplice e perfetto, quindi ha scelto come forma il quadrato,declinato anche in rettangolo, che diviene una matrice, un’unità di base da cui ricavare, comporre i vari gioielli della collezione.  I marmi scelti sono due bianchi: lo Statuario e il Bianco Carrara e un marmo intensamente nero: il Nero Belgio. La designer desiderava una scelta cromatica che avesse un forte potere evocativo e comunicativo. Nessun colore che non fosse il Bianco e il Nero, avrebbe potuto soddisfare in modo migliore questa decisione.

 L’accostamento di queste due tonalità evoca la doppia essenza delle cose, l’unione degli opposti e il dualismo intrinseco dell’uomo. Il bianco è l’insieme dei colori, il nero è l’assenza. Due poli diversi e due punti di partenza, perfettamente rappresentati dai marmi scelti, preziosi e bellissimi. Il contrasto tra bianco e nero, accompagnato da forme geometriche elementari, suggerisce inoltre un desiderio di semplicità e di chiarezza, risultando altresì una combinazione molto elegante. Da cui deriva anche il nome delleCollezione: ‘biancoenero’.

 Come la scelta cromatica si è basata sull’unione degli opposti, anche la scelta dei materiali che compongono i vari pezzi della collezione, gioca sui contrasti e insolite combinazioni. Per accentuale le caratteristiche di piacevolezza al tatto, piacevolezza di essere indossato e con facilità, ho pensato di accoppiare al marmo un materiale che lo rendesse morbido e anatomico come una seconda pelle: questo materiale è il tessuto, che si adatta meglio di qualsiasi altro ad avvolgere il corpo e, in particolare, per questa collezione ho usato la seta. Quest’insolito connubio marmo-seta è risultato una piacevole esperienza sensoriale: a pelle il marmo si scalda acquistando la stessa temperatura del corpo ed assume una pesantezza lieve, come il tocco di una mano e la seta, sembra, poeticamente, completare l’abbraccio.

 Con l’argento il processo compositivo dei due materiali è, in un certo senso, più semplice, ma non meno interessante. Più semplice, perché l’argento si modella attorno al marmo, per creare un anello o una spilla,come farebbe con una gemma. La creatività che si può tirar fuori da un materiale che solitamente viene utilizzato per altro è straordinaria. Valeria Eva Rossi è riuscita a cambiare la visione comune che ognuno di noi ha del marmo, trasformandolo in qualcosa di delicato ed elegante, caratteristica che solitamente non gli s’addice. Ringrazio Valeria per la collaborazione, per me è stato un vero piacere recensirla e scoprire le sue splendide creazioni.